Milano, 23 novembre 2025 ā A partire da gennaio, torna al centro del dibattito lā**obbligo di usare la posta elettronica certificata (PEC)** per comunicare con il Fisco, spinto dagli ultimi aggiornamenti normativi. **Chi non ha una PEC personale**, avverte lāAgenzia delle Entrate, ĆØ ormai un caso raro. Eppure, il problema resta vivo per alcune categorie: in particolare, le persone fisiche senza partita IVA o chi fatica ad usare gli strumenti digitali.
## **Il Fisco punta tutto sulla PEC**
Con le nuove regole sulla digitalizzazione della pubblica amministrazione, la **PEC** ĆØ diventata il canale principale con cui i contribuenti parlano con lāAgenzia delle Entrate. Come spiegano dagli uffici di via Cristoforo Colombo, lāobiettivo ĆØ chiaro: Ā«garantire trasparenza, rapiditĆ e tracciabilitĆ Ā». Insomma, tutte quelle comunicazioni che prima arrivavano tramite raccomandata ora passano (o arrivano) via PEC. La legge non fa distinzioni tra persone fisiche e aziende. Però nella realtĆ molti cittadini privati ancora non hanno una casella certificata.
I dati del Ministero per lāInnovazione Tecnologica mostrano che nel 2024 sono state attivate circa **14 milioni di caselle PEC**, con quasi il 90% a uso di professionisti, imprese o enti. Rimangono fuori soprattutto pensionati, studenti e cittadini senza esigenze lavorative particolari.
## **Chi resta escluso? Un piccolo gruppo**
Ā«Ormai sono pochi i contribuenti senza una **PEC personale**Ā», racconta al telefono Marco Bertolini, funzionario della Direzione regionale delle Entrate in Lombardia. Per chi non ce lāha, il sistema prevede alternative: si può delegare un intermediario ā come un commercialista ā oppure ritirare la posta direttamente allo sportello dellāAgenzia. Però ā aggiunge Bertolini ā Ā«sono casi sporadici: la tendenza ĆØ far sƬ che tutti attivino il proprio domicilio digitaleĀ».
Secondo Assosoftware, meno del 5% dei contribuenti privati usa ancora le vecchie procedure (raccomandata o ritiro a mano). Tra questi ci sono soprattutto anziani o persone che vivono in zone con poca copertura digitale.
## **Senza PEC si rischiano ritardi**
Chi non ha una **PEC personale** fatica a gestire le comunicazioni fiscali in modo rapido. LāAgenzia delle Entrate manda ancora gli avvisi cartacei ma solo come ultima soluzione. Il rischio ā spiegano dallāOrdine dei Commercialisti milanesi ā ĆØ quello di Ā«perdere tempo o non ricevere notifiche importantiĀ», specialmente quando ci sono scadenze strette. Solo in quei casi si può andare allo sportello o chiedere di domiciliarsi presso un consulente.
Sul sito dellāAgenzia cāĆØ una guida aggiornata (disponibile dal 10 ottobre) che spiega passo passo come attivare una PEC: serve un documento dāidentitĆ valido e un indirizzo email normale. Lāattivazione richiede circa 24 ore e costa tra i 5 e i 10 euro allāanno, a seconda del provider.
## **Verso la digitalizzazione completa**
Il cammino verso la completa digitalizzazione della burocrazia fiscale va avanti senza sosta. Dal 1° marzo 2026 ā come anticipato nella circolare 34/E dellāAgenzia delle Entrate ā la PEC sarĆ obbligatoria per tutti i rapporti con il Fisco, tranne per chi dimostrerĆ āoggettiva impossibilitĆ ā. Andrea Lavezzi, esperto tributario, spiega che Ā«lāultimo passo riguarda pochi contribuenti e presto saranno ancora meno grazie a campagne di informazione e semplificazioniĀ».
Qualche dubbio rimane tra le associazioni dei consumatori che chiedono di «non lasciare indietro nessuno», soprattutto gli over 70 e i più fragili. Per ora però i dati nelle grandi città mostrano che tutto procede veloce e le eccezioni sono sempre più rare.
In pratica, il caso del contribuente senza PEC personale ĆØ ormai marginale. Chi non usa gli strumenti digitali resta ancorato ai vecchi metodi, ma la direzione ĆØ chiara: anche la posta raccomandata presto sarĆ solo un ricordo, soppiantata dalla comunicazione certificata.