Roma, 4 dicembre 2025 – I contribuenti italiani alle prese in questi giorni con le scadenze fiscali, soprattutto per il pagamento di imposte come IMU e TASI, devono fare attenzione: vanno rispettate le aliquote vigenti per l’anno in corso. Bisogna valutare con cura sia la quota spettante sia il periodo effettivo di possesso del bene. Questo chiarimento arriva dopo il consueto affollamento agli sportelli tributi dei Comuni, presi d’assalto ogni anno tra novembre e dicembre.
Aliquote aggiornate e periodo di possesso: cosa cambia davvero
Le regole sono piuttosto chiare, anche se nella pratica – spiegano dal settore tributi del Comune di Milano – “non mancano i casi borderline che generano dubbi”. L’aliquota da applicare è sempre quella decisa per l’anno in questione. Nessun calcolo retroattivo: chi versa ora acconti o saldo per il 2025 deve fare riferimento alle percentuali approvate dai Consigli comunali entro la scadenza prevista dalla legge (di solito il 31 ottobre). Questo vale per tutti gli immobili: dalla prima casa alle seconde, fino ai fabbricati strumentali o quelli dati in affitto.
Un altro punto chiave è il numero dei mesi di possesso. Se si compra o si vende durante l’anno, oppure in caso di successione ereditaria, si paga solo per la parte dell’anno in cui si è stati proprietari. “Ogni mese o frazione superiore a 15 giorni va considerata come un mese intero”, sottolinea Lucia Falco, responsabile dell’ufficio tributi del Comune di Torino.
Calcoli pratici: come muoversi tra saldo e acconto
Prendiamo un esempio concreto: chi ha comprato un immobile a marzo deve calcolare l’imposta a partire dal mese stesso (se la stipula è entro il 15) o dal mese successivo. Lo stesso vale per chi ha venduto. “Nel rogito va specificata chiaramente la quota che spetta a venditore e acquirente”, aggiunge Falco. Attenzione anche alle pertinenze come box auto e cantine: seguono la stessa regola della prima casa se sono accatastati come tali.
Per quanto riguarda l’aliquota effettiva, ogni Comune pubblica le proprie delibere aggiornate sui siti istituzionali, spesso nella sezione dedicata a tributi e imposte. Alcune amministrazioni inviano pure comunicazioni cartacee o via email ai contribuenti registrati. Nei Comuni dove la delibera non viene aggiornata entro la scadenza annuale, si applica quella dell’anno precedente. Un dettaglio importante, soprattutto nei centri più piccoli dove le decisioni possono slittare all’ultimo momento.
Dove trovare informazioni senza sbagliare
Per evitare errori o fraintendimenti, le associazioni dei consumatori consigliano di consultare i portali ufficiali (come quello dell’Agenzia delle Entrate) o di rivolgersi direttamente agli sportelli presenti nei municipi. Anche molti Caf offrono supporto nel calcolo delle imposte, soprattutto quando ci sono situazioni particolari: trasferimenti di proprietà in corso d’anno, donazioni, separazioni o decessi.
Sono proprio queste situazioni che spesso mandano in confusione i cittadini. Una lettrice di via delle Magnolie a Roma racconta: “Ho ricevuto due comunicazioni diverse dall’Agenzia e dal Comune e non sapevo quale aliquota fosse giusta. Alla fine mi sono rivolta al Caf del quartiere”. Problemi simili emergono nelle grandi città come Milano e Napoli, dove le richieste aumentano molto man mano che si avvicina la scadenza.
Sanzioni e ravvedimento operoso: come evitare guai
Non pagare entro i termini porta a sanzioni che vanno dal 2% fino al 30% dell’importo dovuto, a seconda dei giorni di ritardo. Però – spiegano dall’Agenzia delle Entrate – si può sempre ricorrere al cosiddetto ravvedimento operoso, che permette di sistemare tutto pagando una sanzione ridotta più gli interessi legali.
Se ci sono dubbi sui calcoli o sull’applicazione delle aliquote, vale sempre il consiglio più semplice: informarsi prima della scadenza invece di rischiare errori costosi. Come ricorda un funzionario dell’ufficio tributi di Bologna, “le verifiche oggi sono più frequenti e automatiche”. Meglio non lasciare nulla al caso.
Per finire, un suggerimento pratico arriva da Confedilizia: “Tenete sempre traccia delle delibere comunali e conservate ricevute e conteggi – anche in vista di eventuali controlli futuri”. Un’abitudine semplice che può evitare molti problemi dopo.
