Milano, 9 dicembre 2025 – I datori di lavoro italiani devono prepararsi a una scadenza fiscale importante: entro lunedì 16 dicembre va effettuato il versamento delle ritenute Irpef sui redditi da lavoro dipendente e assimilato, riferito al mese di novembre 2025. Come ogni anno, questa incombenza coinvolge milioni di soggetti, tra imprese e enti pubblici.
Tutto quello che serve sapere per pagare con il modello F24
Ogni mese i datori di lavoro sono chiamati a trattenere le imposte sui salari e a versarle allo Stato entro i tempi previsti dalla legge. In questo caso, il termine ultimo è il 16 dicembre, come stabilito dall’articolo 8 del D.P.R. n. 435/2001. Per saldare il dovuto serve usare il modello F24, inserendo i codici tributo giusti per Irpef e addizionali regionali e comunali.
In pratica, per i pagamenti fatti a novembre, va versata non solo l’Irpef, ma anche eventuali addizionali e contributi previdenziali trattenuti. Il pagamento deve essere fatto online: spesso sono gli studi di consulenza o gli uffici amministrativi delle aziende a occuparsene. “Abbiamo già preparato i flussi – spiega Riccardo Caputo, responsabile paghe in uno studio milanese – ma consigliamo sempre ai clienti di controllare con cura dati anagrafici e codici tributo aggiornati”.
Chi deve pagare e cosa rischia chi non rispetta la scadenza
L’obbligo riguarda tutti i sostituti d’imposta che hanno erogato stipendi o compensi soggetti a ritenuta: società, ditte individuali, associazioni e anche enti pubblici. Insomma, chi ha avuto dipendenti o collaboratori pagati a novembre 2025 deve versare quanto dovuto entro la data fissata.
Saltare la scadenza significa esporsi a multe e interessi. La sanzione può arrivare al 30% dell’importo non versato, oltre agli interessi legali. Se si tratta di un ritardo o errore limitato, c’è comunque la possibilità di fare ricorso al ravvedimento operoso: così le multe si riducono se si regolarizza spontaneamente in fretta.
Codici tributo: quali inserire nel modello F24
Quando si compila l’F24, è fondamentale inserire i codici tributo giusti. Per l’Irpef da lavoro dipendente il codice principale è lo 1001; per le addizionali regionali e comunali servono invece i codici 3801 e 3848 (o quelli specifici della Regione o Comune). Il pagamento può essere fatto tramite home banking, sul sito dell’Agenzia delle Entrate o con l’aiuto di intermediari autorizzati.
“Un errore nei codici può bloccare o rallentare l’elaborazione” avverte Sara Bianchi, consulente fiscale. Meglio quindi ricontrollare tutto con attenzione prima di inviare il modello: importi e periodi devono essere corretti.
Scadenza ferma al 16 dicembre: nessuna proroga per le festività
Quest’anno la scadenza cade proprio di lunedì: nessun ponte né spostamenti del termine. Diversamente dal passato, quando in caso di domeniche o festivi la data poteva slittare, stavolta vale la data esatta del calendario fiscale. Questo costringe datori di lavoro e aziende a muoversi per tempo con le operazioni bancarie.
Nelle realtà più grandi, con tanti dipendenti o buste paga complicate, i flussi vengono preparati già nella prima settimana del mese. “Siamo già al lavoro – racconta un funzionario della Camera di Commercio di Torino – ma gli ultimi giorni restano sempre delicati: basta un piccolo errore formale per dover rifare tutto”.
I consigli degli esperti: non trascurare controlli e tempistiche
Gli specialisti raccomandano grande attenzione negli ultimi controlli: dai dati anagrafici alle date delle retribuzioni indicate. Errori banali come doppie trattenute o dimenticanze possono causare problemi con l’Agenzia delle Entrate e generare notifiche nei mesi successivi. Molti consulenti suggeriscono anche di stampare subito dopo il versamento la ricevuta telematica e conservarla almeno cinque anni.
Per chi ha difficoltà con calcoli o procedure online resta disponibile l’assistenza dell’Agenzia delle Entrate e dei CAF autorizzati. Ma gli addetti ai lavori lanciano un monito chiaro: “Non aspettate l’ultimo momento” insiste Caputo, “nei giorni prima della scadenza il sistema rallenta sempre”.
Il prossimo lunedì sarà quindi un giorno decisivo nel calendario fiscale per migliaia di imprese italiane. La speranza è che tutto vada liscio, senza intoppi o errori evitabili che potrebbero costare sanzioni pesanti.
