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Se sbagli la causale del bonifico ti bloccano il conto: attenzione o finisce male

Published by
Daniela Guglielmi

Le banche dispongono di un processo in grado di bloccare un conto in caso di ipotetiche attività sospette: attenzione alla casuale.

Siamo nell’era dove le transizioni bancarie sono sempre più comuni. Che si tratti di lavoro, di passaggio di denaro a familiari o qualsiasi causa richieda un bonifico, è necessario, ma non del tutto obbligatorio, inserire una causale. Quest’ultima serve per informare la banca sul motivo per cui questo bonifico viene trasferito. Tale passaggio è necessario poiché, come sappiamo, l’Agenzia delle Entrate ha il diritto di effettuare controlli in caso di movimenti sospetti.

Attenzione alla casuale su un bonifico: la banca potrebbe bloccarti il conto – (lamiapartitaiva.it)

Una serie di fattori ha dunque spinto i correntisti ad inserire una breve descrizione sul motivo di tali transazioni, sebbene quando si compila la causale non sempre si pone l’attenzione dovuta. Alla luce di ciò, è bene sapere che quella parola o breve frase viene accolta dai sistemi delle banche che, di default, possono effettuare eventuali controlli o bloccare direttamente il conto in caso di attività sospette. Cadere nel disguido è più semplice di quanto si possa pensare, e la disavventura di questo correntista ne è la prova concreta.

Scrive “Hama” sulla casuale di un bonifico e gli bloccano il conto: il caso del lavoratore

È bastata una parola per far sì che quest’uomo si trovasse il conto bloccato, ma un lungo mese per risolvere la questione. Dopo aver partecipato a un seminario a Helsinki, l’uomo ha addebitato le spese di viaggio al datore di lavoro, menzionando la parola “hama-seminaari” nella causale. La vicinanza della “S” a “hama” ha scatenato l’allarme bancario, temendo un legame con l’organizzazione terroristica palestinese Hamas.

Il caso del correntista a cui la banca ha bloccato il conto per colpa di un fraintendimento sulla casuale di un bonifico – (lamiapartitaiva.it)

Non appena l’uomo ha scoperto il blocco del conto, ha cercato di risolvere la situazione contattando il datore di lavoro e la banca. La risoluzione è stata un processo lungo e frustrante, con la banca che ha impiegato quasi quattro settimane prima di contattare l’uomo per spiegazioni. Nonostante la banca sapesse chi fosse il datore di lavoro, non ha cercato approfondimenti sul contesto.

Nessun riferimento terroristico, nemmeno lontanamente: l’uomo lavora per un’organizzazione che fornisce servizi culturali a comunità rurali, e “hamaè un acronimo ufficiale finlandese per zone scarsamente popolate. La banca avrebbe potuto confermare ciò con una breve ricerca. Solo dopo una comunicazione diretta e dettagliata con la banca, spiegando la parola sospetta e fornendo ulteriori dettagli sul lavoro, i fondi sono stati sbloccati e l’uomo ha ricevuto un’indennità di 100 euro.

Questo caso ha sollevato non poche preoccupazioni sulla comunicazione e la comprensione delle banche. Questo, evidenziando la necessità di un approccio più proattivo nella gestione di transazioni sospette, evitando misure drastiche senza comprensione del contesto. La notizia è stata confermata dai media finlandesi a partire dal 3 gennaio 2024.

Daniela Guglielmi

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