Tasse, l’errore da non commettere

Pagare le tasse è un obbligo a cui ogni contribuente non può che ottemperare, ma è bene farlo senza commettere errori.

Nessuno può essere particolarmente felice quando arriva il momento di pagare le tasse, come sanno bene i liberi professionisti, che non possono mai considerare i guadagni del tutto “puliti”. Non a caso, spesso si lamentano in tanti di quanto le cifre da versare siano tutt’altro che indifferenti, specialmente perché non si tratta delle uniche spese da sostenere ed è per questo che alcuni arrivano, anche se con dolore, a chiudere attività che resistono da anni.

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Occhio a non commettere errori con le tasse – Foto: Lamiapartitaiva.it

Chi non è particolarmente esperto dovrebbe comunque sempre farsi assistere da un professionista, sin da quando effettua la dichiarazione dei redditi ed evitare così errrori dovuti a distrazione o inesperienza (vale anche ovviamente per dipendenti e pensionati). C’è però uno sbaglio che tanti potrebbero fare, ma che può costare davvero caro.

Occhio a non fare errori con le tasse

Versare quanto previsto per le tasse non può che rappresentare il primo passo per evitare di andare incontro a una spesa ancora superiore. A volte, però, questo non è detto che possa avvenire per mettere in salvo il proprio portafoglio, ma anche solo per qualcosa che non è stato preso in considerazione. E’ proprio per questo che prima di inviare la dichiarazione dei redditi sarebbe bene fare più di un controllo.

Quando si deve presentare il Modello 730, cosa che riguarda tantissimi italiani, è bene non trascurare alcun dettaglio. Oltre al prospetto relativo ai redditi conseguiti nell’anno precedente, è infatti necessario anche portare una serie di fatture e scontrini relativi alle spese sostenute (ad esempio farmacia, veterinario, visite mediche), così da usufruire delle detrazioni e rientrare almeno parzialmente dell’investimento fatto.

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I controlli dell’Agenzia delle Entrate possono fare paura – Foto: Lamiapartitaiva.it

In alcuni casi, magari per fare ordine in casa, si tende però a buttare tutto una volta pagato quanto previsto, ma è una mossa che potremmo davvero pagare caro. E in tutti i sensi. Spesso, infatti, l’Agenzia delle Entrate fa dei controlli periodici per verificare che tutto sia in regola, ben sapendo come possa farlo fino a un massimo di cinque anni di distanza, quindi fino al 31 dicembre 2029.

La regola vale in modo particolare per tutti i documenti relativi al modello 730/2024. In questa categoria rientrano scontrini, ricevute, fatture e quietanze di pagamento relative a spese detraibili e deducibili, modelli F24 relativi ai versamenti effettuati, Certificazione Unica relativa a redditi e ritenute operate, contratto d’affitto registrato, in caso di locazione, dichiarazione dei redditi degli anni precedenti in caso di oneri detraibili in più anni, a partire dalle spese sostenute nel 2020, documenti che attestano l’effettuazione del pagamento con mezzi tracciabili.

A livello generale è comunque bene conservare più documentazione possibile. Non è detto, infatti, che una contestazione sia davvero dovuta, se così non fosse si avrà modo di dimostrare di essersi comportati in modo totalmente regolare.

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