Valutazione PMI: Approccio Pratico Basato sui PIV per Stime Accurate e Personalizzate

Franco Sidoli

23 Novembre 2025

Milano, 23 novembre 2025 – Valutare le **piccole e medie imprese** (PMI) italiane oggi richiede più attenzione che mai ai **principi di stima** adottati. Con informazioni spesso scarse e la necessità di tenere conto del cosiddetto **“fattore size”**, chi lavora nel settore si trova davanti a un compito tutt’altro che semplice. Gli esperti – revisori, consulenti e banche – lo ripetono da tempo: “Le regole generali non sempre calzano con le realtà delle aziende sotto i cinquanta dipendenti”, sottolinea Andrea Tonelli, commercialista milanese, durante un incontro all’Ordine dei Commercialisti in via Pattari.

## **Valutare una PMI: regole da adattare e numeri da leggere con prudenza**

Nel mondo delle **PMI italiane**, mettere un valore all’impresa resta una sfida delicata. I bilanci spesso non raccontano tutta la storia, i dati sono parziali o vecchi, e proiettare i flussi di cassa è un salto nel buio. “Rispetto alle società quotate o ai grandi gruppi, qui ci muoviamo in una zona grigia: i numeri vanno interpretati con molta cautela”, spiega Tonelli. Lo conferma anche la Banca d’Italia nel rapporto annuale di giugno 2025: le PMI sono il cuore produttivo del Paese ma mostrano una trasparenza media più bassa rispetto ai grandi.

I metodi tradizionali basati sui **multipli di mercato** (EBITDA, fatturato) o sul modello dei **flussi di cassa scontati** devono quindi essere rivisti. “I dati pubblici scarseggiano e spesso non si possono confrontare”, rimarca Federica Rimoldi, analista di una società di revisione in via Monte Rosa. Settori diversi, modelli gestionali variabili e benchmark poco omogenei costringono a personalizzare ogni valutazione.

## **Il “fattore size”: cosa cambia nelle stime**

Al centro del dibattito c’è il famoso **fattore size**: quel mix di caratteristiche tipiche delle PMI che influenzano il valore finale. Rischi maggiori legati alla dipendenza da pochi clienti o dall’imprenditore; capacità finanziarie limitate; margini più incerti. Tutto questo pesa sulla stima. “Chi valuta una piccola impresa deve chiedersi: cosa succede se l’amministratore viene a mancare? Se uno o due clienti principali se ne vanno?”, riflette Rimoldi.

Gli aggiustamenti si vedono soprattutto nel calcolo del **tasso di attualizzazione** dei flussi futuri. Le linee guida dell’Organismo Italiano di Valutazione (OIV), uscite nell’ottobre 2024, raccomandano premi specifici per il rischio legato alle dimensioni (“size premium”) e per l’illiquidità. In pratica, il valore va ridotto rispetto a quello calcolato con i parametri usati per i grandi gruppi. Solo così si arriva a una stima più realistica della PMI.

## **Un mercato tutto italiano tra problemi e soluzioni pratiche**

Il panorama italiano ha caratteristiche ben precise. Nel 2025 le **PMI rappresentano oltre il 90% del tessuto produttivo nazionale**, dice l’ISTAT, ma fanno ancora fatica a essere trasparenti. La raccolta dati spesso è manuale, i sistemi digitali non sono ancora diffusi ovunque e la cultura della rendicontazione è appena nata in molte zone.

Per superare questi limiti, gli esperti consigliano metodi “ibridi”: mescolare i numeri con un’attenta analisi qualitativa. Oltre ai dati contabili si valutano la posizione geografica dell’azienda, la sua reputazione locale e il know-how dell’imprenditore. Un consulente che opera tra Lombardia ed Emilia Romagna racconta: “A volte basta andare in azienda per capire cose che nei bilanci non emergono”.

## **Investitori e imprenditori davanti allo specchio della valutazione**

La corretta stima tocca da vicino chi vuole entrare o uscire da una PMI. “Il rischio è di sovrastimare o sottostimare l’impresa con conseguenze pesanti su prezzo e trattative”, avverte Marco Lotti, avvocato esperto in operazioni M&A. Gli investitori istituzionali preferiscono aziende dove i numeri sono chiari e affidabili; gli imprenditori invece spesso faticano ad accettare ribassi legati al “fattore size”, perché hanno un legame affettivo con la loro attività.

Secondo Lotti, una cultura più matura della rendicontazione aiuterebbe tutti. Per ora, nel mercato italiano delle PMI, la valutazione resta un equilibrio fragile tra modelli teorici e buon senso pratico. E molto – come sempre – dipende dai dettagli che solo chi conosce bene l’impresa può cogliere davvero.

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