Agevolazioni fiscali e contributive automatiche anche senza polizza catastrofale: le novità del Codice degli incentivi pubblicato in Gazzetta Ufficiale

Franco Sidoli

11 Dicembre 2025

Roma, 11 dicembre 2025 – Il Codice degli incentivi, pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale, segna una svolta importante nelle sanzioni per le imprese che non rispettano le regole per accedere a fondi e contributi pubblici. L’intervento, annunciato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, punta a rafforzare i controlli e a recuperare più efficacemente le somme incassate indebitamente. Le nuove regole partono da oggi, cambiando così il modo in cui vengono gestiti gli incentivi statali.

Sanzioni più dure e controlli rafforzati

Con il nuovo Codice degli incentivi, chi non rispetta gli obblighi o presenta documenti falsi rischia pene più severe rispetto a prima. Oltre alla restituzione totale delle somme ottenute, arriva anche una multa calcolata in base all’importo incassato in modo irregolare. “Non possiamo più chiudere gli occhi davanti ai furbetti che approfittano dei fondi pubblici – ha detto Urso ieri pomeriggio al Ministero – serve un sistema chiaro che protegga le aziende corrette e i contribuenti”.

I controlli diventeranno più puntuali grazie a una piattaforma digitale nazionale, già annunciata da settimane. Questa consentirà di incrociare dati e verificare subito la correttezza dei requisiti dichiarati dalle imprese. In più, se durante le verifiche emergono irregolarità, scatterà l’obbligo di segnalarle alle autorità competenti.

Un testo unico per mettere ordine tra regole e procedure

Il Codice degli incentivi è il primo tentativo serio di mettere ordine in un settore complicato da oltre vent’anni di norme sparse tra decreti e circolari. Con i suoi 83 articoli, punta a semplificare l’accesso agli incentivi pubblici, rendendo più chiari i criteri per ottenerli e come vengono erogati i fondi. “Solo con trasparenza si può garantire che le risorse vadano davvero allo sviluppo”, ha ricordato il sottosegretario Massimo Bitonci, che ha seguito da vicino la stesura del testo.

Tra le novità spicca uno sportello unico digitale, aperto dalle 8 alle 18 nella sede del Ministero ma accessibile anche online. Da ora in poi, tutte le domande per nuovi bandi dovranno passare attraverso questa piattaforma, così da avere tutta la documentazione sotto controllo e facilmente tracciabile.

Reazioni dal mondo delle imprese: tra speranze e dubbi

L’annuncio del Codice ha subito acceso il confronto tra le categorie produttive. Per Confindustria, tramite il presidente Emanuele Orsini, questa riorganizzazione è “un passo avanti verso la semplificazione”, ma serve attenzione ai tempi di risposta della pubblica amministrazione. Anche la CNA, con il segretario Sergio Silvestrini, apprezza lo sforzo per garantire equità, pur mettendo in guardia sul rischio di nuovi oneri burocratici per le piccole imprese.

Non mancano però preoccupazioni soprattutto nel Sud Italia: c’è chi teme che i nuovi requisiti possano escludere realtà più piccole dall’accesso ai fondi. Lo evidenzia anche Confesercenti Campania: “Serve un controllo attento per evitare effetti discriminatori”, avverte la presidente locale Rosetta D’Amelio.

I numeri degli incentivi e cosa ci aspetta

Il Ministero delle Imprese ha fatto sapere che nel 2024 gli incentivi statali hanno superato i 17 miliardi di euro complessivi. Nei controlli post-assegnazione sono state trovate irregolarità in circa 2.400 aziende su oltre 93mila beneficiarie. Proprio questo dato – spiegano fonti ministeriali – ha reso urgente un intervento capace di “chiudere le zone d’ombra” nell’uso dei soldi pubblici.

Ora si entra nella fase operativa: entro gennaio 2026 sono attesi decreti attuativi che dettaglieranno come funzioneranno i controlli digitalizzati e come saranno applicate le sanzioni. Chi lavora nel settore potrà partecipare a una consultazione online già dalla prossima settimana. La vera sfida sarà trovare un equilibrio tra velocità nell’erogare i fondi e rigore nella verifica dei beneficiari.

Per ora al Ministero assicurano che “non ci saranno nuovi bandi prima di marzo”. Questo servirà a dare tempo ad aziende e uffici di abituarsi alle nuove regole. Una fase delicata su cui il Governo promette di rimanere sempre attento alle richieste del mondo produttivo.

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