È vero che chi percepisce l’assegno INPS per NASPI non può lavorare? Finalmente arriva il chiarimento.
Quando un lavoratore percepisse il sussidio NASPI può lavorare? Spesso i percettori dell’indennità di disoccupazione si pongono questa domanda. Oggi finalmente possiamo chiarire qualsiasi dubbio.
![Assegno INPS e Naspi](https://www.lamiapartitaiva.it/wp-content/uploads/2023/11/Personasconsolata-14112023-lamiapartitaiva.it_.jpg)
Secondo quanto stabilito dalla legge italiana il cittadino che percepisce la NASPI ha la possibilità di svolgere un’attività da lavoratore autonomo o dipendente purché rispetti determinati parametri reddituali.
Assegno INPS per NASPI: si può lavorare?
Secondo quanto stabilito dall’ordinamento giuridico italiano il soggetto che percepisce la Naspi ha la possibilità di svolgere un’attività da lavoratore autonomo senza perdere il diritto all’indennità di disoccupazione.
![Lavorare percepire l'indennità Naspi](https://www.lamiapartitaiva.it/wp-content/uploads/2023/11/sconsolata-14112023-lamiapartitaiva.it_.jpg)
Tuttavia è necessario che il reddito annuo derivante dal conto attività lavorativa non sia superiore a 5500 euro. Sarà compito del percettore di NASPI comunicare all’INPS il reddito annuo derivante da tale attività.
Così facendo l’INPS avrà la possibilità calcolare la riduzione del 80% dell’indennità di disoccupazione in funzione del reddito dichiarato dal contribuente.
Se invece il percettore di NASPI svolge un lavoro subordinato dovrà rispettare un reddito annuo che non deve essere superiore a 8174 euro. Tuttavia, in questo caso, è necessario rispettare anche un’altra condizione affinché non avvenga la decadenza dell’indennità: il lavoro non deve avere una durata superiore ai 6 mesi.
In tal caso, l’importo dell’indennità sarà ridotto all’80% del reddito previsto in base al periodo di tempo che intercorre dalla data di inizio dell’attività e la data in cui termina il periodo di godimento dell’indennità.
Naspi con due lavori part time
Può accadere che il lavoratore abbia due contratti di lavoro subordinato a tempo parziale. Di fronte alla perdita di uno dei due lavori in seguito al licenziamento o dimissioni per giusta causa o risoluzione contrattuale il lavoratore avrà diritto alla percezione dell’indennità di disoccupazione a patto che il reddito residuo non superi gli 8.174 euro all’anno.
In questo caso però il lavoratore subirà una riduzione pari al 80% del valore della Naspi, ma dovrà comunicare all’INPS il reddito annuo previsto, entro 30 giorni dalla presentazione della domanda.
Ricordiamo che i lavoratori hanno la possibilità di percepire la Naspi in maniera dilazionata o anticipata, ovvero in un’unica soluzione. Per poter accedere alla liquidazione anticipata però il lavoratore non deve avviare attività di collaborazione coordinata e continuativa, ma può svolgere attività come libero professionista.
Se durante il periodo in cui è riconosciuta l’indennità di disoccupazione, il lavoratore instaura un rapporto di lavoro subordinato dovrà restituire integralmente la NASPI ricevuta in via anticipata.