Commercialisti, Cuchel (ANC): “A Genova serve trasparenza nel congresso, no all’esclusione”

Luca Ippolito

25 Novembre 2025

Genova, 28 ottobre 2025 – **Un congresso nazionale** che doveva essere un momento di confronto aperto si è trasformato, per molti, in un’occasione segnata da **restrizioni all’ingresso** e polemiche sulla trasparenza. A sollevare il caso è Marco Cuchel, presidente dell’**Associazione nazionale commercialisti (Anc)**. Dal cuore della kermesse genovese, Cuchel ha puntato il dito contro la gestione dei lavori e le modalità di accesso.

## **“Serve trasparenza, non esclusione”: la dura presa di posizione dell’Anc**

Sabato pomeriggio, mentre nel centro congressi di piazza Caricamento andavano avanti interventi e panel tecnici, fuori dalle sale si respirava un clima diverso. I controlli all’ingresso, con la richiesta della tessera sanitaria, hanno lasciato molti iscritti all’**Ordine dei dottori commercialisti** a bocca aperta. “Un congresso nazionale dovrebbe essere un momento di confronto vero – ha detto Cuchel ai giornalisti – non una passerella riservata a pochi”. Parole nette quelle del presidente Anc: “Abbiamo visto restrizioni che non hanno motivazioni chiare”.

Secondo l’associazione, molti delegati sono rimasti fuori dai lavori. L’**obbligo di mostrare la tessera sanitaria** per entrare al congresso ha sollevato dubbi sia sul piano sanitario che organizzativo. “Molti colleghi sono stati respinti senza alcuna spiegazione o possibilità di chiarimento”, raccontano alcuni esclusi all’ingresso. Nell’atrio, tra borse e badge appesi al collo, si sono accumulate richieste di spiegazioni che però – almeno fino alle 17 di sabato – non hanno trovato risposta dagli organizzatori.

## **La categoria chiede risposte immediate**

Il clima era già teso da settimane e ora è diventato ancora più incerto. “Il **congresso dei commercialisti** dovrebbe essere un luogo aperto dove si ascoltano idee diverse”, spiega Cuchel parlando di una **categoria scettica e preoccupata** per le scelte adottate. I dati diffusi dall’Anc parlano chiaro: decine di iscritti hanno dovuto rinunciare a partecipare.

Non sono mancate le reazioni in sala stampa. Alcuni delegati del Nord Italia hanno parlato di “filtri all’ingresso fuori dal normale”, mentre altri hanno chiesto al Consiglio nazionale dei dottori commercialisti una nota ufficiale entro 24 ore. “Se non arriverà un chiarimento pubblico, il clima rischia di peggiorare”, avverte una consigliera lombarda intercettata tra i corridoi della Fiera del Mare.

## **Le giustificazioni degli organizzatori e il confronto mancato**

Le motivazioni dietro i controlli più rigidi restano vaghe. Da parte degli organizzatori si parla di misure “per garantire sicurezza e rispetto delle regole”. Ma questa spiegazione non ha convinto molti. Nessun episodio particolare o problema era stato segnalato nei giorni prima del congresso – confermano gli agenti della Polizia Locale.

Un altro punto critico segnalato dall’Anc riguarda la mancanza di spazio per il confronto. “Volevamo discutere davvero dei temi chiave per la nostra professione – insiste Cuchel – ma ci siamo trovati davanti a un programma blindato, senza spazio per interventi dal pubblico”. L’associazione teme che così la rappresentanza possa uscire indebolita in un momento delicato.

## **Commercialisti tra digitale e rapporti con le istituzioni**

Il congresso avrebbe dovuto segnare una svolta su temi cruciali: dalla **transizione digitale degli studi professionali** alle riforme fiscali in corso. Temi trattati soprattutto nei tavoli paralleli più che in plenaria. Eppure – sottolineano i membri dell’Anc – l’accesso limitato ha penalizzato proprio lo scambio tra generazioni e territori diversi.

Secondo il Consiglio nazionale, in Italia ci sono circa **120mila commercialisti iscritti**. Un gruppo variegato che reclama risposte precise e più tutela: “Senza trasparenza reale nei nostri momenti congressuali – mette in guardia Cuchel – rischiamo solo di aumentare le distanze e il senso di esclusione tra colleghi”.

Il prossimo appuntamento nazionale potrebbe essere l’occasione per fare chiarezza su quanto successo a Genova, anche se le polemiche non si sono ancora spente. L’associazione Anc annuncia che chiederà una revisione delle regole d’ingresso e dei meccanismi decisionali interni.

In attesa delle repliche ufficiali degli organizzatori resta un clima teso tra i corridoi genovesi: più che parlare di contenuti tecnici o riforme fiscali, tra i professionisti si discute ancora soprattutto di **porte chiuse** e occasioni perse per un confronto autentico.

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