Milano, 13 novembre 2025 – L’Agenzia delle Entrate, con la risposta a interpello n. 288 diffusa ieri, ha fatto chiarezza su quando le compensazioni IVA infragruppo hanno effetto e quali sono i casi in cui si può evitare la garanzia. La questione interessa quelle società che, all’interno di un gruppo, scambiano crediti e debiti IVA con compensazioni, una pratica comune soprattutto tra holding e controllate. Il chiarimento arriva dopo settimane di dubbi e richieste da parte di consulenti fiscali e imprese, preoccupati per le possibili conseguenze pratiche.
L’Agenzia ha spiegato che le compensazioni IVA infragruppo diventano operative solo dal momento in cui viene fornita la garanzia prevista dall’articolo 38-bis del Dpr 633/72. Insomma, lo scambio di crediti e debiti IVA tra società dello stesso gruppo non ha effetto retroattivo. Nella risposta si legge chiaramente: “La garanzia è condizione essenziale per la perfezione della compensazione”. Fino a quel momento, il credito resta della società che lo cede e non può essere usato dalla società che lo riceve.
Una precisazione che ha sorpreso parecchi operatori. “Molte aziende speravano in una decorrenza più ampia”, ammette un consulente fiscale milanese, “ma l’Agenzia è netta: senza garanzia, niente compensazioni”.
Altro punto toccato riguarda il visto di conformità sulle compensazioni infragruppo. L’Agenzia ha chiarito che se il visto non è stato messo nella dichiarazione originaria, si può rimediare con una dichiarazione integrativa IVA. Però, anche in questo caso, l’efficacia della compensazione resta legata al rilascio della garanzia. “Presentare l’integrativa non sostituisce la garanzia”, sottolinea l’Agenzia, “ma permette di ottenere il visto necessario”.
Il tema del visto di conformità crea qualche grattacapo ai responsabili amministrativi. “Abbiamo dovuto rivedere le procedure interne”, racconta il direttore finanziario di una multinazionale a Torino, “per evitare intoppi che potrebbero bloccare le compensazioni”.
Questi nuovi chiarimenti rischiano di complicare la gestione della liquidazione IVA di gruppo. Secondo l’Associazione Nazionale Commercialisti, sono oltre 4.000 i gruppi in Italia che usano regolarmente la compensazione infragruppo per gestire meglio i flussi di cassa. Ora, però, bisognerà stare molto attenti ai tempi e alle modalità per ottenere la garanzia.
“È un passaggio tecnico, ma decisivo”, spiega un esperto fiscale di Roma, “un errore può portare a sanzioni o al mancato riconoscimento del credito”. Alcuni studi professionali stanno già organizzando corsi per aggiornare i clienti sulle novità della risposta n. 288.
Non si escludono nuovi interventi normativi o chiarimenti da parte dell’Agenzia nei prossimi mesi. Molti operatori sperano in una semplificazione delle procedure, soprattutto per i gruppi con strutture complesse e tante controllate. “La burocrazia rischia di rallentare tutto”, confida un dirigente di Confindustria Lombardia, “serve un equilibrio tra controlli e operatività”.
Per ora, però, la linea è chiara: le compensazioni IVA infragruppo valgono solo dopo la garanzia. E la regolarizzazione con dichiarazione integrativa riguarda solo il visto di conformità. Questo quadro obbliga le imprese a fare molta attenzione nella gestione dei crediti fiscali e nella pianificazione delle operazioni infragruppo.
In attesa di nuovi chiarimenti, gli operatori stanno adattando le loro procedure, consapevoli che ogni errore può avere ripercussioni pesanti su bilanci e liquidità aziendale.
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