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Correzione errori contabili sui componenti reddituali periodici: le novità della circolare Assonime 16/2025

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Franco Sidoli

Roma, 22 dicembre 2025 – La pubblicazione della circolare n. 16/2025 di Assonime, arrivata lunedì mattina nella Capitale, ha riacceso il dibattito tra addetti ai lavori e consulenti sul tema sempre caldo dei documenti di prassi dell’Agenzia delle Entrate. Il testo, subito disponibile online e già discusso dalle prime ore in alcuni studi legali del centro, approfondisce l’evoluzione recente dei rapporti tra fisco e contribuenti. Un documento tecnico, certo, ma che porta a galla una questione fondamentale: quali garanzie e limiti mettono le circolari e le risoluzioni – quando sono poche – nel corretto svolgimento dei controlli?

Assonime mette sotto la lente i documenti di prassi

Al cuore della circolare, Assonime – l’associazione delle società per azioni con sede in via San Giovanni sul Muro a Milano – segnala come negli ultimi anni si sia ridotto il numero delle indicazioni ufficiali dell’Agenzia delle Entrate. “I documenti interpretativi sono meno frequenti rispetto al passato”, si legge chiaramente nel testo. Una tendenza che, secondo l’associazione, crea “problemi concreti, soprattutto quando la legge fiscale lascia spazio a interpretazioni diverse o addirittura contrastanti”.

Sergio Marini, fiscalista romano presente a uno dei primi incontri sul tema, non nasconde la sua preoccupazione: “Quando le prassi scarseggiano o non vengono aggiornate – spiega – aumenta il rischio di confusione nell’applicazione della normativa. La compliance può diventare un campo minato per imprese e professionisti”.

Scarsità di prassi: quali conseguenze?

Assonime entra nei dettagli. La mancanza di indicazioni aggiornate rende “più difficile prevedere come l’amministrazione si orienterà”, creando un corto circuito tra gli uffici periferici e i contribuenti. La circolare segnala che spesso “si moltiplicano interpretazioni diverse tra i vari uffici territoriali”, con pesanti ripercussioni sui tempi dei controlli e sulle contestazioni.

Da fonti raccolte da alanews.it presso l’Associazione dei Dottori Commercialisti di Roma emerge che in diversi casi recenti – soprattutto in materia di IVA – la mancanza di chiarimenti ufficiali ha spinto aziende e studi a rivolgersi a consultazioni informali, basandosi su precedenti non sempre aggiornati. Il clima è quello dell’attesa: molti professionisti chiedono un “cambio di passo nelle modalità di pubblicazione delle circolari”, magari con più confronto con chi opera ogni giorno sul campo.

Che effetti per imprese e contribuenti?

Tra le preoccupazioni più forti c’è quella relativa alle imprese sotto controllo fiscale. “Senza un riferimento chiaro alle prassi ufficiali, cresce il rischio di contestazioni inattese”, racconta una consulente tributaria romana che preferisce restare anonima. “Eppure solo un orientamento chiaro può dare alle imprese la tranquillità per pianificare senza temere sanzioni improvvise”.

La circolare ricorda anche che senza risposte rapide dall’amministrazione molte imprese rischiano errori sia formali sia sostanziali. Si fa l’esempio recente di una società lombarda – senza però entrare nei dettagli – multata per un problema interpretativo legato alle deduzioni fiscali sulle immobilizzazioni materiali.

Agenzia delle Entrate: nessuna risposta ufficiale ma…

L’Agenzia delle Entrate non ha ancora risposto ufficialmente alle osservazioni di Assonime, ma fonti interne confermano che “la questione è nota” e che si stanno studiando nuovi modi per dialogare meglio con gli interessati. Intanto la pressione sale: alcune associazioni imprenditoriali stanno preparando osservazioni da inviare a breve.

Paolo Santini, presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Milano, intervistato dopo un evento in piazza Affari ha detto: “Il dialogo con l’Agenzia deve essere continuo. Solo così si possono evitare dubbi che bloccano investimenti e crescita”. Parole condivise anche dagli esperti ascoltati da alanews.it tra via XX Settembre e viale Liegi nelle ore seguenti alla diffusione della circolare.

Prassi fiscali: verso una svolta?

Dal quadro tracciato dalla circolare n. 16/2025 emerge un settore fiscale in bilico tra nuove norme e bisogno di stabilità operativa. Le aziende chiedono chiarezza; i consulenti vogliono risposte trasparenti. L’Agenzia delle Entrate è chiamata a uno sforzo maggiore per garantire certezza giuridica.

Resta da vedere se questa sollecitazione darà frutti già nei primi mesi del 2026 oppure se – come teme qualcuno – si andrà avanti con quella che Marini definisce “l’incertezza silenziosa”, fatta di attese lunghe e interpretazioni discordanti. Un problema reale: ogni mancata risposta rischia ormai di diventare un ostacolo serio per chi lavora ogni giorno sul mercato cercando solo regole chiare da seguire.

Franco Sidoli

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