Quali sono le conseguenze di un mancato pagamento dell’IMU che si protrae per alcuni anni? Scopriamo cosa stabilisce la legge.
L’IMU (Imposta Municipale Unica) deve essere versata da tutti coloro che possiedono immobili in Italia. Il pagamento va effettuato ogni anno, in un’unica somma o a rate. Nell’ipotesi in cui il contribuente non rispetti i termini di scadenza, possono sorgere dei problemi e il Comune, insieme all’Agente di riscossione, saranno autorizzati a provvedere al recupero delle somme dovute e non versate.
Il diritto di riscossione, tuttavia, non è illimitato, ma è circoscritto a un determinato periodo temporale, pari a 5 anni. Trascorsi i 5 anni, dunque, il contribuente non è più obbligato a pagare l’IMU.
Il procedimento per il recupero dell’imposta non versata si compone di una serie di passaggi. Innanzitutto, il contribuente riceve un avviso di accertamento esecutivo, cioè la notifica di una cartella di pagamento, con la quale il Comune dispone il recupero dell’IMU non pagata entro il termine di scadenza fissato dalla legge. Questa comunicazione è inviata tramite raccomandata, all’indirizzo di residenza del contribuente.
Per stabilire la regolarità dell’avviso di accertamento, l’interessato deve controllare la data in cui ha ricevuto la cartella esattoriale e determinare il termine di prescrizione dell’imposta e la notifica. Tale adempimento può essere compiuto accedendo al sito di Poste Italiane, selezionando la sezione “Spedizioni – posta raccomandata” e inserendo il numero identificativo della raccomandata specificato sulla busta.
Se il contribuente paga entro 60 giorni dalla data di ricezione della cartella esattoriale, il procedimento si conclude senza ulteriori conseguenze. Se, invece, continua l’inadempimento, può presentare ricorso, per dimostrare l’illegittimità della richiesta di pagamento oppure continuare a non pagare le somme dovute e aspettare ulteriori accertamenti o la prescrizione dell’imposta dopo 5 anni.
I contribuenti che non rispettano i termini di pagamento dell’IMU ma che hanno intenzione di rimediare e mettersi in regola hanno a disposizione anche un altro strumento.
Possono evitare l’accertamento del Comune tramite il cd. ravvedimento operoso, con il quale vengono corretti gli errori, le omissioni e i versamenti mancanti. Si tratta di una rimozione volontaria della violazione compiuta, utilizzata soprattutto per le violazioni di natura dichiarativa.
Con il ravvedimento operoso, il contribuente è tenuto al pagamento non solo dell’importo originario della tassa ma anche degli interessi e delle sanzioni ridotte, determinate in base al ritardo nel pagamento. La sanzione ridotta, infatti, viene stabilita a seconda della data in cui viene effettuato il saldo delle somme dovute da parte del contribuente debitore.
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