Nuova tassa da 2 euro sui pacchi extra UE sotto i 150 euro: la misura anticipa il regolamento 2026

Sonia Rinaldi

23 Dicembre 2025

Roma, 23 dicembre 2025 – Oggi il governo italiano ha deciso, dopo settimane di attesa, di anticipare di più di sei mesi una misura doganale prevista dall’Europa per il 1° luglio 2026. Lo ha confermato Palazzo Chigi nel primo pomeriggio, al termine di un confronto intenso tra il ministero dell’Economia e quello degli Affari Esteri. La novità riguarda nuovi controlli sulle importazioni, pensati per allineare l’Italia alle regole comunitarie e rafforzare i controlli contro i traffici illeciti.

Anticipo sulla norma europea: cosa cambia

Da gennaio, dunque, le imprese che importano merci dovranno fare i conti con le nuove procedure doganali, identiche a quelle che la direttiva UE avrebbe reso obbligatorie solo da metà 2026. Un’accelerazione che il ministro Giancarlo Giorgetti ha definito “necessaria per non trovarci impreparati”. Ha spiegato che si tratta di un anticipo “tecnico ma anche sostanziale” rispetto ai tempi fissati da Bruxelles. In pratica, la nuova regola impone più trasparenza sulle dichiarazioni di origine delle merci, con moduli digitali e controlli più severi sui documenti presentati alle dogane italiane.

Tutte le aziende coinvolte dovranno quindi – già dal prossimo mese – aggiornare i propri sistemi gestionali per rispettare il regolamento UE 2024/1150. “Non vogliamo mettere in difficoltà nessuno”, ha detto il sottosegretario all’Economia Lucia Albano, “ma favorire un passaggio ordinato verso le nuove norme europee”.

Reazioni delle aziende e prime difficoltà

L’anticipo non è passato inosservato tra le associazioni di categoria più importanti. Confartigianato e Confcommercio hanno parlato senza mezzi termini di una “sfida organizzativa impegnativa”, mentre Confindustria ha chiesto certezze sui tempi e supporto tecnico per evitare problemi nelle forniture. Il timore maggiore riguarda soprattutto le piccole imprese: molte temono di non riuscire a tenere il passo con le nuove procedure informatiche imposte dalle dogane.

Dall’altra parte, i funzionari dell’Agenzia delle Dogane hanno promesso un canale di assistenza dedicato, con tutorial online e incontri a Roma, Milano e Napoli nei primi mesi del 2026. “Vogliamo guidare le aziende passo dopo passo”, ha assicurato la direttrice Marcella Minenna. L’obiettivo è chiaro: evitare “fraintendimenti o blocchi” durante la fase iniziale.

Rincari in vista? L’effetto sui consumatori

Oltre agli effetti sulle aziende impegnate nell’import-export, qualche riflesso potrebbe arrivare anche sugli scaffali dei supermercati o nei negozi. I nuovi controlli doganali potrebbero rallentare lo sdoganamento delle merci, aumentando leggermente i prezzi di alcuni prodotti d’importazione. Niente allarmismi però: gli esperti parlano di variazioni contenute e legate solo alla fase iniziale di adattamento.

“Qualche intoppo è normale”, spiega Massimo Costa, analista della società SCS Consulting. “Ma a lungo andare una filiera più sicura dovrebbe tutelare tutti, anche i consumatori finali”. Solo in futuro, fanno sapere fonti governative, si potrà capire davvero come questa riforma influirà sulle abitudini d’acquisto.

Europa in movimento: cosa succede dopo

L’Italia è tra i primi Paesi Ue a muoversi su questo fronte, come ricordano fonti del ministero degli Affari Esteri. Il quadro europeo resta però ancora in evoluzione: molti Stati membri stanno negoziando alcune deroghe con la Commissione Ue. Roma vuole invece lanciare un segnale forte – si legge da Palazzo Chigi – sia sull’integrazione europea, sia sulla lotta alla legalità e alla sicurezza economica.

Nei prossimi mesi si capirà se questa scelta sarà vincente. A marzo è già prevista una verifica intermedia quando arriveranno i primi dati ufficiali dagli uffici tecnici. Solo allora sarà chiaro se l’anticipo italiano avrà dato i risultati sperati o se serviranno aggiustamenti.

Per ora il governo resta deciso: anticipare la riforma doganale europea per proteggere imprese e consumatori italiani senza lasciare spazio a dubbi o scorciatoie. Una partita cruciale sulla competitività nazionale che si giocherà proprio tra nuovi controlli rafforzati e procedure digitalizzate nei prossimi anni.

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