Roma, 17 novembre 2025 – Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha definito, con il decreto firmato lo scorso 7 novembre dal viceministro Maurizio Leo e pubblicato ieri sul sito del Dipartimento delle Finanze, le regole operative per gli obblighi di dichiarazione e di pagamento della global minimum tax. Il provvedimento, atteso da tempo da imprese e studi tributari, dettaglia come presentare le dichiarazioni fiscali e versare l’imposta dovuta, chiarendo anche le sanzioni in caso di mancati adempimenti.
Il decreto, emesso in base all’articolo 53 comma 3 del decreto legislativo 209/2023, completa l’attuazione in Italia della minimum tax globale prevista dalle regole OCSE e dalla direttiva UE 2022/2523. In pratica, le nuove norme obbligano le grandi imprese multinazionali e nazionali con attività in Italia a garantire un livello minimo di tassazione sui profitti, anche quando parte delle attività si svolge in Paesi con fiscalità agevolata.
La relazione allegata al decreto spiega che il sistema si basa su tre tipi di imposta: la imposta minima integrativa (Income Inclusion Rule, IIR), la imposta minima suppletiva (Undertaxed Profit Rule, UTPR) e la imposta minima nazionale (Qualified Domestic Minimum Top-up Tax, QDMTT). La prima riguarda le società controllanti italiane di gruppi multinazionali o nazionali che comprendono imprese con bassa tassazione; la seconda si applica alle imprese italiane di gruppi multinazionali quando l’imposta minima non è stata pagata all’estero; la terza interessa direttamente le imprese in Italia con tassazione inferiore agli standard previsti.
Per semplificare gli adempimenti, il decreto stabilisce che la dichiarazione delle tre imposte vada fatta tramite un modello unico, preparato dall’Agenzia delle Entrate. Le scadenze per la presentazione sono le stesse previste dall’articolo 51 del DLgs. 209/2023. Però, come si legge nel testo, chi deve presentare la dichiarazione non è sempre lo stesso soggetto che ha obblighi informativi, e cambiano alcune regole per la compilazione.
Il calcolo del debito d’imposta viene fatto in euro per ogni anno fiscale, secondo la normativa italiana. Il pagamento andrà fatto in due rate. “Abbiamo voluto garantire chiarezza e uniformità – spiega un funzionario del Dipartimento delle Finanze – per evitare sovrapposizioni e rendere più semplice il lavoro degli operatori”.
Il decreto dedica molto spazio anche alle sanzioni. Se non si presenta la dichiarazione o si versa meno del dovuto, sono previste multe proporzionate alla gravità dell’errore. Le verifiche e la riscossione seguiranno le normali procedure del sistema tributario italiano.
Fonti vicine all’Agenzia delle Entrate annunciano che nei prossimi mesi arriveranno ulteriori indicazioni operative per facilitare l’applicazione delle nuove regole. “Il quadro normativo è complesso – dice un consulente fiscale romano – ma era necessario adeguarsi agli standard internazionali per evitare pratiche elusive”.
L’introduzione della global minimum tax segna una svolta nel panorama fiscale italiano ed europeo. L’obiettivo dichiarato è contrastare la concorrenza fiscale sleale tra Stati e assicurare che i grandi gruppi paghino una quota equa di tasse ovunque operino. Questa misura fa parte di un più ampio progetto di armonizzazione fiscale promosso da OCSE e Unione Europea.
Ora resta da vedere come le imprese si adegueranno alle nuove regole e quali effetti concreti avrà la riforma sui bilanci dei gruppi multinazionali presenti in Italia. Gli operatori aspettano chiarimenti, mentre il Ministero assicura “massima collaborazione” nella fase di prima attuazione.
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