Pensioni: attenzione ai vuoti contributivi, dal 2024 cambia tutto e non puoi sbagliare o rischi grosso

Dal 2024 alcuni lavoratori avranno la possibilità di riscattare i vuoti contributivi. Vediamo insieme cosa bisogna fare.

Il Governo di Giorgia Meloni, tra le tante novità messe in agenda per il 2024, ha introdotto anche la possibilità per alcuni lavoratori di riscattare i vuoti contributivi. In questo articolo vi spieghiamo di cosa si tratta e cosa è necessario fare.

Riscattare i vuoti contributivi
Dal 2024 potrai riscattare fino a 5 anni di vuoti contributivi/ Lamiapartitaiva.it

Ad oggi l’universo della previdenza sociale in Italia è regolato dalla legge Fornero che prevede il pensionamento a 67 anni purché si sia raggiunto il requisito contributivo minimo di 20 anni. Diversamente sarà necessario continuare a lavorare fino a 71 anni quando l’obbligo di avere almeno 20 anni di contributi viene meno.

I contributi sono importanti per due ragioni: in primis, come abbiamo spiegato, per poter accedere alla pensione; in secondo luogo per l’importo dell’assegno previdenziale che un soggetto andrà a percepire. Infatti, dalla riforma Dini del 1995 in avanti, è entrato in vigore il sistema di calcolo contributivo: l’importo della pensione dipende dai contributi versati e da un coefficiente di trasformazione che aumenta con l’aumentare dell’età in cui una persona smette di lavorare. Ecco perché avere pochi contributi non permette di andare in pensione o, se lo consente, non permette di avere una pensione sufficiente a far fronte ai costi della vita.

Riscatto dei vuoti contributivi: ecco come funziona

Con la manovra di Bilancio 2024 il Governo Meloni ha introdotto la possibilità di riscattare i vuoti contributivi. Questa opportunità, però, si rivolge solo a categorie specifiche. Vediamo come funziona.

Come riscattare i vuoti contributivi
Come funziona il riscatto dei vuoti contributivi/ Lamiapartitaiva.it

Una persona di 35-40-45 anni difficilmente ha una carriera stabile dalla laurea in avanti. A differenza di quanto accadeva in passato, oggi si cambia lavoro più volte nel corso della vita, si trascorrono periodi all’estero, ci si ferma e poi si ricomincia. Il panorama del mondo del lavoro oggi è completamente diverso rispetto a quello degli anni ’60-’70-’80. Dunque è sempre più frequente che una persona si ritrovi ad avere dei vuoti contributivi: periodi in cui, per un motivo o per l’altro, i contributi non sono stati versati.

Questi vuoti possono avere ripercussioni negative sia sulla possibilità di accedere alla pensione sia sull’importo della pensione stessa che, come abbiamo visto, dal 1996 in avanti dipende dal montante contributivo di un soggetto. Il Governo Meloni, dunque, per ovviare a queste situazioni sempre più comuni tra i giovani, ha deciso di introdurre, dal prossimo anno, la possibilità di riscattare fino a 5 anni di vuoti contributivi. Il riscatto potrà avvenire o pagando tutto in un’unica soluzione o rateizzando.

Si potrà dilazionare il riscatto dei vuoti contributivi fino a 120 rate che dovranno essere, minimo, di 30 euro cadauna. Anche in caso di pagamento rateizzato non saranno previsti interessi. Nel caso di dipendenti del settore privato, i vuoti contributivi potranno anche essere riscattati dal datore di lavoro attraverso i premi di produttività. Questa possibilità di riscattare fino a 5 anni di vuoti contributivi si rivolge, però, solo ai contributivi puri, cioè coloro che hanno iniziato a versare i contributi dopo il 1995.

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