Economia

Pensioni, non attendetevi buone notizie

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Daniele Orlandi

Non ci sono buone notizie sul fronte delle future pensioni. Cosa dobbiamo aspettarci e cosa potrebbe cambiare

Lo scenario delle pensioni per gli ex lavoratori italiani è tutt’altro che roseo. Questo almeno stando alle indiscrezioni legate ad uno dei principali requisiti per poter interrompere l’attività lavorativa ed iniziare a beneficiare del cedolino mensile.

Requisiti per la pensione, come cambieranno? (lamapartitaiva.it)

Lo scenario va analizzato nella sua interezza per capire come il contesto pensionistico andrà evolvendosi nell’arco dei prossimi anni e quali saranno le conseguenze. Scopriamo dunque che cosa potrebbe accadere in un arco di tempo relativamente breve.

Pensioni, lo scenario non è roseo: cosa può succedere

Chiaramente ci troviamo nel campo delle ipotesi ma gli scenari sono, comunque, tutt’altro che sereni. Se nel 2024 i pensionati hanno potuto tirare una boccata di ossigeno tra rivalutazioni Istat legate all’andamento dell’inflazione e riduzione delle aliquote Irpef con un piccolo beneficio per la fascia di reddito 15-28mila euro, le cose potrebbero ben presto cambiare. Il motivo è legato principalmente alle variazioni dei requisiti anagrafici per poter andare in pensione che entreranno in vigore a partire dal 1° gennaio del 2027. La ragione è legata al rischio di un crescente squilibrio tra le nuove entrate nel mondo del lavoro ed il pensionamento di numerosi lavoratori previsto tra il 2024 ed il 2026.

Pensioni, come potrebbero cambiare i requisiti per smettere di lavorare (lamiapartitaiva.it)

Il tutto in uno scenario caratterizzato da un crescente calo demografico, potrebbe creare enormi problemi alle casse dell’Inps e questo si andrebbe a tradurre in cambiamenti per quanto riguarda l’età di pensionamento; ma anche altri requisiti potrebbero subire variazioni per garantire la sostenibilità dell’istituto di previdenza. Se da un lato i parametri per l’accesso alle pensioni dovrebbero, fino al 2026, rimanere ‘congelati’ anche in seguito alla riduzione della vita media dovuta alla pandemia di Covid, dal 2027 tutte le tipologie pensionistiche potrebbero risentire delle novità. Andando ad esempio ad incrementare di tre mesi i requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia portandoli a 67 anni e tre mesi.

Anche le pensioni anticipate potrebbero essere ottenute dai 43 anni e un mese per gli uomini e 42 anni e un mese per le donne al posto, rispettivamente, di 42 anni e 10 mesi e 41 anni d 10 mesi. Attenzione anche alla pensione anticipata contributiva, oggi prevista a 64 anni con 20 di contributi a patto che il cedolino non sia inferiore a 2,8 volte l’assegno sociale. Si rischia un allungamento, anche in questo caso, dei termini per accedere alla pensione con il passaggio da 20 anni a 20 anni e tre mesi di contributi.

 

Daniele Orlandi

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