Per evitare i controlli del Fisco non serve chiudere la partita IVA, le ultime novità dell’AdE

La nuova Legge di Bilancio ha introdotto strumenti per combattere l’evasione fiscale con un maggiore controllo sulle partite IVA. In cosa consistono?

Uno degli obiettivi del Governo è quello di arginare il fenomeno dell’evasione fiscale e delle partite IVA aperte al solo fine di frodare lo Stato.

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Nuove verifiche da parte dell’Agenzia delle Entrate sulle partite IVA (lamiapartitaiva.it)

Nel caso in cui l’Agenzia delle Entrate riscontri irregolarità relative ad una determinata attività professionale, può disporre la cessazione d’ufficio della partita IVA. In realtà, le conseguenze scaturenti dal provvedimento di cessazione deciso dal Fisco sono applicabili anche nel caso in cui tale atto venga notificato a coloro che avevano presentato richiesta di chiusura nei 12 mesi antecedenti.

L’obiettivo è quello di combattere eventuali condotte frodatorie. I controlli da parte dell’Amministrazione finanziaria, dunque, potranno interessare anche le partite IVA per le quali era stata chiesta la cessazione volontaria e riguardano specifiche analisi del rischio.

I soggetti coinvolti dovranno presentare le scritture contabili dalle quali risulta la soggettività passiva e il regolare svolgimento dell’attività di impresa, d’arte o professionale. Solo in questo modo, è possibile provare l’assenza di fattori di rischi.

Partite IVA irregolari: quali sono gli effetti dei controlli dell’Agenzia delle Entrate?

Nel caso in cui il soggetto inviato a comparire dinanzi agli Uffici dell’Agenzia delle Entrate non adempia oppure vengano riscontrate pericolosità al termine degli accertamenti, oltre al provvedimento di cessazione d’ufficio della partita IVA, potrà essere irrogata anche una sanzione di 3 mila euro.

contrasto all'evasione fiscale
Come combattere le frodi delle partite IVA? (lamiapartitaiva.it)

Se, inoltre, la partita IVA è stata chiusa in seguito al riscontro di irregolarità o condotte frodatorie, la facoltà di aprirne una nuova da parte dello stesso soggetto è concessa solo previa stipula di una polizza fideiussoria oppure di una fideiussione bancaria di durata almeno triennale e di importo pari a 50 mila euro.

Nell’ipotesi in cui le violazioni fiscali commesse abbiano un valore maggiore di 50 mila euro, anche la polizza o la fideiussione bancaria dovranno avere un importo superiore a tale cifra.

In seguito alle modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio 2024 all’art. 17, comma 2-quater, del DLgs. 241/97, verrà estesa l’impossibilità di richiedere la cd. compensazione orizzontale dei crediti attraverso il Modello F24 anche per le partite IVA oggetto di cessazione d’ufficio, a partire dalla data di notifica del provvedimento da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Questa preclusione si applica, al momento, agli atti di cessazione della partita IVA previsti dell’art. 35, comma 15-bis della suddetta normativa, (si tratta dei cd. controlli automatizzati per scovare fattori di rischio) e non anche ai provvedimenti specificati nel comma 15-bis.1, cioè quelli accertati in seguito a precise analisi di rischio.

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