L’idea di poter lasciare il lavoro in anticipo rispetto all’età pensionabile può essere allettante. Ma il tempo stringe: la comunicazione dell’INPS
L’ipotesi del prepensionamento è una soluzione interessante per coloro che desiderano abbandonare il lavoro prima del tempo previsto. Questa opzione, se ben pianificata e gestita, può offrire numerosi vantaggi sia per i lavoratori che per le aziende. Non resta moltissimo tempo, però, per decidere. La deadline è fissata per l’1 maggio.
L’idea di poter lasciare il lavoro in anticipo rispetto all’età pensionabile può essere allettante per molti. Tuttavia, è importante considerare attentamente tutti gli aspetti coinvolti prima di prendere una decisione così importante.
Il prepensionamento può comportare alcune conseguenze finanziarie. Ad esempio, i lavoratori che scelgono di andare in prepensionamento potrebbero ricevere una pensione inferiore rispetto a quella che avrebbero ottenuto se avessero lavorato fino all’età pensionabile ufficiale. Inoltre, possono esserci restrizioni sulla possibilità di lavorare o guadagnare un reddito aggiuntivo dopo il prepensionamento.
Per le aziende, il prepensionamento può rappresentare un’opportunità per rinnovare la forza lavoro. Tuttavia, è fondamentale pianificare attentamente il processo di prepensionamento per evitare eventuali interruzioni nelle operazioni aziendali e garantire una transizione fluida per tutti i dipendenti coinvolti.
Ora, la possibilità ricevere l’assegno previdenziale prima del previsto è concretamente realizzabile grazie a diverse opzioni. Tra queste spicca la possibilità di accedere alla pensione anticipata attraverso la cosiddetta “Quota 96,7”. Si può lasciare il lavoro in anticipo per i lavoratori con mansioni usuranti e notturne, consentendo loro di accedere alla pensione con requisiti agevolati.
Recentemente, l’INPS ha chiarito che il termine ultimo per richiedere il riconoscimento dei lavori usuranti e notturni, in vista della pensione agevolata nel corso del 2025, è il 1° maggio 2024. Questa finestra temporale è destinata a coloro che hanno accumulato tali requisiti dall’1 gennaio al 31 dicembre dell’anno successivo.
I dipendenti del settore privato con mansioni gravose possono presentare la richiesta di pensione, anche se il diritto è acquisito attraverso il versamento dei contributi in una delle gestioni speciali per i lavoratori autonomi. La domanda deve essere inoltrata tramite il sito dell’INPS e riguarda coloro che raggiungono i requisiti pensionistici nel 2025. È necessario accompagnare la richiesta telematica con il modulo “AP45” e documentazione comprovante come le buste paga, il libretto di lavoro, gli ordini di servizio, e altro ancora.
Le categorie di lavoratori beneficiari includono coloro che svolgono mansioni usuranti come lavori in galleria, in cave, in ambienti con aria compressa, palombari, lavori ad alte temperature, e lavori con asportazione di amianto. Inoltre, rientrano tra i beneficiari anche gli addetti a turni notturni per almeno sei ore consecutive tra la mezzanotte e le cinque, i lavoratori della linea di catena in imprese con specifiche voci tariffarie, i conducenti di veicoli a nove posti dedicati a servizio, e altri.
I lavoratori dipendenti devono avere una “quota 97,6” (61 anni e 7 mesi di età più 35 anni di contributi). Mentre i lavoratori autonomi devono avere una “quota 98,6” (62 anni e 7 mesi di età più 35 anni di contributi). È importante notare che vengono considerati anche i periodi in cui sono stati accumulati contributi figurativi, ma non quelli completamente figurativi, come durante la mobilità.
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