Roma, 20 novembre 2025 – Il governo sta decidendo in queste settimane se **confermare per il 2025 la rateizzazione delle imposte** sui redditi per i **titolari di partita IVA**, una misura introdotta nel 2023 e poi prorogata anche per il 2024. La questione, al centro soprattutto degli incontri tecnici al Ministero dell’Economia, ha diviso professionisti, consulenti fiscali e associazioni di categoria. Nel comunicato diffuso ieri da Confartigianato si legge: “La misura è stata un passo avanti importante per la sostenibilità finanziaria dei lavoratori autonomi. Ora serve renderla strutturale”.
## **Rateizzazione delle imposte: cosa c’è in gioco**
Il provvedimento per la **rateizzazione del secondo acconto IRPEF**, che come ogni anno scade a novembre, era stato pensato per dare una mano a chi lavora in proprio. Parliamo di quasi **2 milioni di contribuenti**, tra professionisti, artigiani e commercianti, che spesso devono versare in un’unica soluzione cifre pesanti. “Molti clienti ci chiedono già cosa succederà l’anno prossimo – spiega la commercialista Laura Gallo, con studio tra via Nomentana e piazza Bologna – perché il pagamento tutto insieme a novembre mette a dura prova le casse di studi e piccole imprese”.
Nel 2023 e nel 2024 il governo ha concesso la possibilità di pagare in cinque o sei rate, con la prima scadenza a novembre e le altre entro marzo. Una scelta che ha ricevuto anche il consenso dei revisori dei conti: “Le entrate dello Stato non ne hanno risentito, mentre le imprese hanno potuto tirare un sospiro di sollievo”, commenta Franco Quagliariello, presidente della sezione romana dell’Unione giovani dottori commercialisti.
## **Le richieste delle associazioni: serve certezza**
Secondo l’ultimo report della CNA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato), più del 70% degli **artigiani** e dei piccoli imprenditori chiede che la rateizzazione venga confermata anche nel 2025. “Abbiamo bisogno di certezze – dice Andrea Monti, portavoce della CNA Lazio – per pianificare investimenti e mantenere almeno un po’ di liquidità”. Stesso discorso da parte della presidente nazionale di Confprofessioni, Anna Cattaneo: “Un sistema fiscale giusto deve guardare alla reale capacità di pagamento dei lavoratori autonomi, non solo a quella dei dipendenti”.
Non tutti però sono sulla stessa linea. Dal Ministero dell’Economia arrivano voci riservate che sottolineano come “il rischio sia quello di complicare gli incassi e aumentare la burocrazia”. Nel 2024 circa il 60% degli aventi diritto ha scelto la rateizzazione. Chi preferisce pagare subito parla invece di “oneri amministrativi in più” e possibili ritardi nei rimborsi.
## **Quanto pesa la misura sulle casse dello Stato**
Secondo i dati diffusi dal Dipartimento Finanze, la **rateizzazione delle imposte** non avrebbe inciso negativamente sulle **entrate fiscali**. Nel 2024, riferiscono fonti governative, tra novembre e dicembre la differenza tra quanto atteso e quanto effettivamente incassato è stata meno dell’1%. Un segnale importante: come si legge nei documenti riservati del MEF, l’impatto sui conti pubblici “è stato gestibile”.
“Serve però tenere d’occhio i flussi”, avvertono i tecnici del Ministero, soprattutto considerando le difficoltà finanziarie registrate all’inizio dell’anno da alcuni enti locali. Insomma: spalmare i pagamenti aiuta chi deve pagare ma rende più complicata la gestione della tesoreria pubblica.
## **Il futuro della rateizzazione: conferma o cambiamento?**
La decisione sulla **rateizzazione IRPEF** per le partite IVA si sta giocando proprio in questi giorni nei corridoi del Ministero. Il sottosegretario all’Economia Federico Mancini ha confermato che “il tema è sul tavolo e ogni decisione terrà conto sia delle esigenze delle imprese sia della solidità dei conti pubblici”.
Al momento non c’è niente di certo sulle modalità: potrebbe restare come nel 2024 – cinque o sei rate da novembre a marzo – oppure trasformarsi in una formula permanente, cioè una **rateizzazione strutturale** inserita stabilmente nelle regole fiscali.
Intanto nei gruppi social dei commercialisti e nelle chat degli imprenditori romani si moltiplicano le domande. “Chi ha una partita IVA vuole poter pianificare spese e investimenti senza il timore di esborsi enormi improvvisi”, racconta Massimo P., libero professionista nel settore digitale. Un pensiero che, specie quando si avvicina dicembre, torna sempre a farsi sentire tra chi ogni giorno deve fare i conti con le scadenze fiscali.
Il governo promette una risposta entro fine anno. E come spesso succede quando si parla di **tasse**, tutto si deciderà all’ultimo momento.
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