Roma, 21 novembre 2025 – Quando si scopre un **errore fiscale** e lo si corregge nella dichiarazione annuale, l’**Agenzia delle Entrate** ha chiarito che non serve rifare la regolarizzazione anche sui **versamenti già fatti**. Per tanti professionisti e imprese, è una vera semplificazione. Il nodo, discusso a lungo tra commercialisti e funzionari, riguarda il cosiddetto **ravvedimento operoso**: la possibilità di correggere da sé errori o dimenticanze fiscali godendo di sanzioni più leggere.
## **Correggere la dichiarazione basta**
Ieri l’**Agenzia delle Entrate** ha spiegato che se l’errore viene fuori al momento della **compilazione della dichiarazione annuale** – per esempio un credito d’imposta calcolato troppo alto o una deduzione che non spettava – è sufficiente correggere direttamente nel modello. «In questi casi – ha detto un funzionario durante un convegno a Roma organizzato dall’Ordine dei Dottori Commercialisti – la stessa dichiarazione permette di mettere a posto la situazione senza dover fare altro sui versamenti, purché alla fine l’imposta sia giusta».
In pratica, chi si accorge di aver inserito una deduzione errata può correggerla nella dichiarazione e saldare il dovuto con il saldo finale, senza dover presentare un secondo ravvedimento per i pagamenti già effettuati.
## **Quando evitare doppie scartoffie**
Questo chiarimento vale soprattutto se l’errore emerge **prima della scadenza della dichiarazione**. Solo in quel caso, spiegano gli esperti dell’Agenzia, correggere la dichiarazione «chiude» l’obbligo del contribuente. Se invece si tratta di errori su **acconti e saldi già versati**, scoperti solo dopo la scadenza, allora resta l’obbligo di fare il ravvedimento per quei pagamenti.
Il Consiglio nazionale dei Commercialisti aveva chiesto da tempo un’indicazione netta su questo punto. Le imprese si erano stancate dell’incertezza, con il rischio di sanzioni o richieste di documenti extra. Ora la posizione è chiara: «Quando si può sistemare tutto con la dichiarazione – spiega Riccardo Marini, consulente fiscale milanese – non ha senso raddoppiare gli adempimenti. Serve semplificare per favorire chi rispetta le regole».
## **Vantaggi concreti per professionisti e imprese**
La novità porta un sollievo soprattutto alle piccole e medie imprese. Nei vari studi professionali tra via XX Settembre e via Nazionale il commento più comune è proprio sulla riduzione del carico burocratico: meno pratiche da preparare e meno rischi di sbagliare durante la correzione. I commercialisti però rimangono cauti: «Bisogna vedere caso per caso – dice Laura Salviati, tributarista romana – perché non tutti gli errori si sistemano solo con la dichiarazione. Se ad esempio c’è stato un mancato pagamento nei tempi giusti, il ravvedimento resta obbligatorio».
I controlli rimangono stretti. L’Agenzia ha confermato che i suoi sistemi incroceranno rapidamente i dati per scovare errori grossolani. Però chi corregge spontaneamente prima che partano accertamenti ufficiali continuerà a essere considerato positivamente.
## **Dubbi ancora aperti**
Qualche punto resta poco chiaro nelle norme. Per esempio: cosa succede se l’errore viene corretto subito dopo il termine per versare acconti o saldo? L’Agenzia promette ulteriori indicazioni con una circolare nelle prossime settimane. Nel frattempo, chi lavora sul tema raccomanda di tenere tutte le carte che provano la buona fede nella correzione.
Ultima questione: le sanzioni. Se si corregge solo in dichiarazione senza rifare il ravvedimento sui versamenti, le Entrate hanno detto che non scatteranno multe extra purché l’imposta venga versata entro i termini previsti dalla legge.
Insomma, questa nuova linea punta davvero alla semplificazione. L’obiettivo è spingere i contribuenti a mettersi in regola senza complicazioni inutili e ridurre i contenziosi. Un quadro che, come ricordano gli esperti, «è ancora in divenire».
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