Rottamazione Quinquies 2024: come funziona per i carichi dal 2000 al 31 dicembre 2023 e i contributi INPS non pagati

Franco Sidoli

30 Dicembre 2025

Roma, 30 dicembre 2025 – Nel nuovo quadro delle norme fiscali, il beneficio limitato alla liquidazione automatica e al controllo formale sui contributi INPS non versati resta uno dei temi più spinosi per migliaia di contribuenti e professionisti in tutta Italia. La stretta voluta dal Ministero dell’Economia, attiva da settembre 2025, punta a fare chiarezza e a garantire rapporti più limpidi tra cittadini, imprese e fisco.

Regolarizzazione fiscale più stretta: cosa cambia davvero

Da ottobre, con la circolare n. 37/E dell’Agenzia delle Entrate, il beneficio, ovvero la possibilità di sistemare alcune irregolarità con sanzioni ridotte, si applica solo ai casi di liquidazione automatica (articolo 36-bis del DPR 600/1973) e ai controlli formali (articolo 36-ter dello stesso decreto). Questo significa che sono escluse tutte le altre verifiche, comprese quelle ordinarie e gli approfondimenti “a tavolino” più complessi.

Il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, ha spiegato che questa scelta “serve a evitare abusi e a concentrare gli sforzi sulla compliance dove un errore materiale può essere corretto senza danni per l’erario”. In pratica, interessano soprattutto i contribuenti che hanno ricevuto comunicazioni automatiche di irregolarità o anomalie nei dati forniti dai sostituti d’imposta. “Non si tratta di una sanatoria generalizzata”, ha ribadito Ruffini davanti alla Commissione Finanze della Camera.

Contributi INPS non pagati: regole ferme

Sul fronte contributi, invece, non cambia nulla: il beneficio riguarda solo i debiti relativi ai contributi INPS non versati, ma soltanto se rilevati attraverso i controlli automatici sulle denunce mensili o annuali (DM e UNIEMENS). Non vale – come chiarito da una nota congiunta INPS-Agenzia delle Entrate del 23 novembre – per omissioni scoperte tramite ispezioni sul lavoro o contenziosi giudiziari.

Da Palazzo Chigi sottolineano che “l’obiettivo è proteggere la parte più debole, cioè il lavoratore”, evitando scudi per chi agisce in modo doloso o ripetuto. Quindi si può sanare solo ciò che emerge dagli automatismi INPS: errori materiali, ritardi dovuti a problemi tecnici o sviste. Secondo l’Istituto, tra ottobre e dicembre sono arrivate quasi 18 mila richieste di regolarizzazione, soprattutto da artigiani e commercianti.

Chi resta fuori dalla nuova finestra

Sono esclusi dall’accesso agevolato tutti i contribuenti con cartelle esattoriali per debiti diversi da quelli emersi dalla liquidazione automatica. Lo stesso vale per titolari di partita IVA con contenziosi aperti su accertamenti sostanziali o contestazioni nate da controlli incrociati fra diverse banche dati. “Riceviamo tante richieste di chiarimenti”, confermano dagli uffici dell’Agenzia delle Entrate a Milano, “ma il campo d’azione è davvero limitato”. Una fonte interna dice che su circa 60mila comunicazioni inviate nelle ultime settimane, solo una parte piccola rientra nei requisiti per il beneficio.

Nel frattempo i consulenti del lavoro attendono indicazioni più precise: “Serve una guida ufficiale anche per noi operatori”, sottolinea Carla Moretti dell’Ordine di Roma. Per ora chi è fuori dalle categorie indicate dovrà aspettare eventuali novità.

Le reazioni dal mondo del lavoro

Non sono mancate critiche dalle associazioni di categoria. Per Confartigianato c’è il rischio che “piccole imprese con errori formali finiscano trattate come evasori seriali”. La CNA invece prende un tono più equilibrato: “Serve trovare un equilibrio tra tutela dell’erario e sostegno a chi sbaglia senza cattive intenzioni”, dice il presidente Dario Costantini. Dalla UIL arriva l’appoggio alla selettività della misura, che “evita di premiare chi agisce con dolo”.

Al ministero intanto si sta valutando una relazione sull’impatto reale della misura: secondo fonti interne è previsto un recupero di circa 90 milioni di euro entro il primo trimestre 2026. Solo allora si potrà capire se l’iniziativa ha funzionato.

Prossimi passi e scadenze

I mesi che arrivano saranno decisivi. Entro il 15 febbraio 2026 l’Agenzia delle Entrate pubblicherà un rapporto dettagliato sull’adesione al beneficio e sui risultati in termini di entrate recuperate. Nel frattempo chi vuole può consultare il portale ufficiale o rivolgersi ai centri assistenza fiscale. In attesa di possibili aperture future o riforme più ampie, resta chiara la linea scelta dal governo: andare con cautela senza allargare troppo i vantaggi fiscali concessi.

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