Roma, 29 ottobre 2025 – Oggi alla **Commissione Finanze della Camera** si è acceso un dibattito importante sulle **sanzioni tributarie** e sulla delicata questione della **responsabilità dei professionisti**. L’interrogazione urgente dell’onorevole Andrea De Bertoldi ha riportato al centro dell’attenzione un tema che da tempo divide operatori e istituzioni: serve una norma chiara e definitiva. In molti chiedono al Governo di mettere nero su bianco quando e come i consulenti fiscali debbano davvero rispondere degli errori.
## **Professionisti e sanzioni, il nodo della responsabilità**
Questa mattina, De Bertoldi – deputato di Fratelli d’Italia e già segretario della Commissione Finanze – ha spiegato che “l’attuale situazione non dà ai professionisti tributari la certezza legale necessaria per lavorare tranquilli”. Nel dibattito in Aula è emerso come le regole sulle **sanzioni tributarie** siano spesso poco chiare. Non è raro che commercialisti e consulenti finiscano sotto accusa per sbagli del contribuente, anche solo formali o materiali. Ma ci sono pure casi in cui vengono multati senza dolo o colpa grave.
Su questo punto si concentra la richiesta di “un intervento del Governo che faccia chiarezza”, ha ribadito De Bertoldi. Un appello che sta trovando sempre più consensi tra gli ordini professionali. **“Non possiamo più accettare che i commercialisti siano considerati l’anello debole”**, ha detto un rappresentante dell’Ordine di Roma fuori da Montecitorio poco dopo mezzogiorno: “Ci vuole una normativa che distingua bene chi sbaglia per negligenza grave da chi lavora con cura”.
## **La posizione del MEF e le attese degli operatori**
Nel corso del question time il Ministero dell’Economia e delle Finanze non ha fatto attendere la sua risposta. Da fonti ministeriali è arrivata la conferma che la questione è monitorata dagli uffici competenti. Il MEF ha ricordato che il tema richiede “un esame attento, viste le relazioni complesse tra contribuente, fisco e consulente”.
Da tempo arrivano segnalazioni di problemi da parte delle associazioni di categoria. I dati parlano chiaro: secondo la **Fondazione Nazionale dei Commercialisti**, nel 2024 sono state aperte circa 1.400 procedure sanzionatorie contro professionisti, in crescita rispetto all’anno prima. Di queste quasi il 60% riguarda errori senza dolo o semplici sviste formali. Non mancano poi casi al limite: “A volte si contestano violazioni per omissioni minime o irregolarità non riconducibili al lavoro del professionista”, racconta un avvocato tributarista di Milano.
Il clima tra i consulenti resta teso. “Non chiediamo immunità – ha ribadito De Bertoldi a fine seduta – ma regole chiare, con una responsabilità personale reale e non automatica”.
## **Il quadro normativo e le ipotesi di riforma**
Ad oggi, la legge italiana prevede che il professionista possa rispondere insieme al contribuente in caso di errori nelle dichiarazioni fiscali o altre comunicazioni all’Agenzia delle Entrate. Però resta difficile distinguere tra colpa lieve o grave, cosa che crea molta confusione. Ecco perché cresce la richiesta di “un testo unico sulle sanzioni tributarie” con regole più precise sulla responsabilità.
Le proposte degli ordini dei commercialisti puntano a definire meglio il dolo, a evitare sanzioni automatiche per errori tecnici banali e a rafforzare i controlli interni negli studi professionali. Si valuta anche uno scudo protettivo per chi segue le linee guida ufficiali delle autorità fiscali.
## **L’attesa per una risposta legislativa**
La questione resta sul tavolo parlamentare in attesa di sviluppi concreti. Fonti vicine al MEF dicono che si stanno valutando “possibili aggiustamenti nella prossima legge di bilancio”, anche se per ora non ci sono testi ufficiali in discussione. Gli operatori del settore attendono segnali già nelle prossime settimane.
Solo allora – spiegano fonti parlamentari – si capirà se il legislatore vuole davvero dare ai professionisti quella sicurezza giuridica finora mancata. In gioco non c’è solo un problema tecnico o interpretativo: secondo diversi esperti sentiti da alanews.it, è anche una questione di fiducia tra cittadini e sistema fiscale. Come ha concluso un funzionario delle Entrate lasciando il palazzo intorno alle 14: **“Serve un equilibrio tra tutela delle entrate e giustizia per chi lavora onestamente. Non è solo una battaglia di categoria”**.