Scadenza Versamenti IMU 2020: Stop alla Proroga per Omessa Dichiarazione 2019

Sonia Rinaldi

23 Dicembre 2025

Roma, 23 dicembre 2025 – La proroga degli 85 giorni per i versamenti fiscali, introdotta all’inizio dell’emergenza Covid, non si applica più ai pagamenti del 2020. A chiarirlo sono stati gli ultimi aggiornamenti che hanno finalmente messo fine ai dubbi di contribuenti, commercialisti e imprese sulle scadenze fiscali di quel difficile periodo.

Stop alla proroga per i versamenti 2020: cosa cambia

L’Agenzia delle Entrate ha spiegato che la proroga di 85 giorni – prevista dal Decreto Legge n. 18/2020 per alleggerire le conseguenze delle restrizioni sanitarie – valeva solo per le scadenze fino al 17 marzo 2020. Dopo quella data, i pagamenti non possono più essere rinviati grazie a quella sospensione. In pratica, tutti i versamenti che scadono dopo il 17 marzo devono essere fatti senza poter contare su quella finestra extra di tempo. È un dettaglio tecnico, ma negli ultimi mesi ha creato parecchia confusione tra chi lavora nel settore.

«Bisognava capire se la proroga coprisse anche chi era rimasto indietro con i pagamenti del 2020», spiega il commercialista Riccardo Mazzi, attivo a Milano. «I clienti avevano paura di incorrere in sanzioni o cartelle se avessero frainteso la norma».

La genesi della proroga: emergenza e confusione

La misura era stata varata in fretta a marzo 2020 per gestire lo shock causato dalla pandemia. Aveva congelato molti obblighi fiscali: chi doveva versare imposte o contributi entro il 17 marzo aveva a disposizione 85 giorni in più per mettersi in regola senza pagare sanzioni o interessi. Una soluzione temporanea pensata dall’Agenzia delle Entrate per sostenere imprese e professionisti bloccati dal lockdown totale.

Il problema è arrivato con le scadenze successive a quel giorno. Dal 18 marzo in poi, altre norme sono intervenute ma con regole più stringenti o limitate nel tempo. Molti contribuenti, soprattutto chi aveva rateizzazioni aperte o pagamenti in sospeso, si sono trovati davanti a un bel po’ di incertezze.

Le nuove istruzioni dell’Agenzia delle Entrate

Negli ultimi aggiornamenti sul sito ufficiale e nelle risposte ai quesiti, l’Agenzia delle Entrate ha ribadito chiaramente: «La proroga degli 85 giorni non si applica ai versamenti con scadenza dopo il 17 marzo 2020». Chi ha pagato in ritardo pensando di poter sfruttare questa finestra rischia ora multe e sanzioni.

«Invitiamo tutti a controllare bene le date di scadenza dei propri pagamenti», hanno sottolineato dagli uffici centrali, «perché le agevolazioni variano a seconda del periodo e del tipo di tributo».

Impatto su aziende e professionisti: timori e richieste

La chiusura della possibilità di usare la proroga sugli adempimenti post-17 marzo colpisce soprattutto le piccole e medie imprese, i titolari di partita IVA e i lavoratori autonomi che hanno attraversato mesi difficili durante il lockdown. Il timore principale è quello dell’arrivo delle notifiche di irregolarità o cartelle esattoriali da parte dell’Agenzia della Riscossione, previste già da gennaio 2026.

Secondo Carla Bianchi, consulente fiscale a Roma, «molti piccoli imprenditori pensavano che tutte le scadenze del 2020 fossero state sospese. Alcuni lo scoprono solo ora». Per chi dovesse ricevere avvisi legati a mancati o ritardati pagamenti del 2020, restano valide le normali strade: saldo immediato o richiesta di rateizzazione.

Controlli e possibili ricorsi

Il tema dell’interpretazione retroattiva delle norme d’emergenza potrebbe portare nei prossimi mesi a contenziosi tra contribuenti e fisco. Gli studi professionali stanno già esaminando diversi casi: «Abbiamo raccolto segnalazioni da colleghi che valutano possibili profili di illegittimità – dice Mazzi – anche se ormai la linea ufficiale sembra chiara».

Nel frattempo resta alta l’attenzione su eventuali nuovi interventi legislativi per correggere errori formali o prevedere sanatorie. Ma dal Ministero dell’Economia, almeno per ora, non arrivano segnali concreti.

Come orientarsi: le scadenze da ricordare

In sintesi: chi deve regolarizzare vecchi pagamenti legati al 2020, con scadenze dopo il 17 marzo, non può più contare sulla proroga degli 85 giorni. Vale la normale normativa fiscale e solo nuovi decreti potrebbero cambiare qualcosa.

È fondamentale quindi controllare la propria posizione online e rivolgersi a un esperto per evitare errori sulle scadenze. Un consiglio che arriva dritto dagli sportelli CAF: «In questi casi basta poco per sbagliare».

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