Sezioni Unite rinviano alla Consulta la questione sugli effetti del giudicato penale: priorità alla legittimità costituzionale

Sonia Rinaldi

10 Dicembre 2025

Roma, 10 dicembre 2025 – Oggi la Corte costituzionale ha preso la parola a Palazzo della Consulta su quelle che vengono chiamate “questioni di legittimità costituzionale”, tema caldo nelle ultime settimane. L’udienza è partita poco dopo le 9.30, in una Roma fredda e sorvegliata da vicino. Al centro del dibattito c’era un punto preciso: dare la precedenza nel calendario della Corte alle questioni di legittimità costituzionale sollevate dai giudici e tribunali riguardo all’applicazione delle leggi ordinarie.

Priorità nette: tempi certi per le questioni più urgenti

La legge 87 del 1953, all’articolo 23, stabilisce che la Consulta deve valutare se le leggi rispettano la Costituzione. Il presidente Augusto Barbera ha ricordato con forza: “Prima di tutto dobbiamo occuparci di quello che mette a rischio il patto costituzionale”. Un principio che c’è da tempo, ma che oggi torna al centro per via dell’accumulo di fascicoli in attesa.

Fonti interne parlano di circa 80 questioni ancora aperte dall’inizio del 2025. Tante riguardano ambiti delicati: dalla normativa penale sulle detenzioni alle recenti novità nella giustizia tributaria. “Sono casi dove l’incertezza blocca centinaia di processi nei tribunali ordinari. Serve una risposta rapida”, spiegano persone vicine alla Corte.

Processi in sospeso, diritti in bilico

Tra gli avvocati presenti stamattina, c’era Anna Fiorelli, penalista romana, che ha raccontato l’attesa nei corridoi del Palazzo. “Molti clienti sono bloccati da interpretazioni diverse. Il rischio è che la giustizia diventi diseguale sul territorio”. Proprio questa confusione spinge i magistrati a chiedere che le questioni costituzionali vengano trattate subito: la decisione della Corte cambia davvero il destino delle leggi messe in discussione.

Non solo: Giuseppe Santalucia, presidente dell’Associazione nazionale magistrati, ha sottolineato come “sia fondamentale capire subito quando una legge potrebbe violare i principi base della Costituzione. Più si aspetta, più crescono le disparità”.

Tempi lunghi e richieste di cambiamento

Il nodo dei tempi non riguarda solo la Corte. Da mesi il Parlamento discute una possibile riforma per snellire il meccanismo delle questioni di legittimità. “Dobbiamo mettere in piedi percorsi chiari e veloci per evitare che cittadini e imprese restino nel dubbio”, ha detto oggi il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè (Forza Italia).

Attualmente sono i giudici stessi a selezionare quali questioni portare avanti, ma i ricorsi aumentano e spesso riguardano temi già affrontati in passato. Da qui la proposta rilanciata dalla presidente della commissione Giustizia Giulia Bongiorno (Lega): servono “criteri più rigidi per scegliere le questioni e una calendarizzazione trasparente”.

Sentenze cruciali e casi sotto i riflettori

Tra le priorità spiccano i dossier sulle pene alternative al carcere e sulle nuove regole fiscali per le piccole imprese. Nei corridoi della Consulta si parla spesso dell’ordinanza n. 202/2024: quel provvedimento aveva imposto un blocco cautelativo alle espulsioni quando ci sono ricorsi ancora aperti.

“Questi sono nodi delicati”, ha ammesso il giudice costituzionale Nicolò Zanon durante una pausa dell’udienza. “La priorità non è solo tecnica ma sostanziale: ci sono diritti sospesi finché non risolviamo questi dubbi”.

Tra tecnici e politica: il dibattito continua

Il confronto va oltre Palazzo della Consulta. Nei giorni scorsi il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha ribadito che “dare precedenza alle questioni costituzionali aumenta la fiducia nello Stato di diritto”. Non mancano però dubbi: alcuni costituzionalisti come Giovanni Pitruzzella temono che troppa pressione sui giudici rischi di trasformare la Corte in un semplice arbitro ordinario.

I sindacati dei magistrati – con la CGIL Funzione pubblica in testa – chiedono risorse extra per alleggerire il lavoro e accelerare le decisioni più attese.

Verso una stagione di riforme?

Fonti parlamentari vedono nella discussione di oggi un possibile impulso per riforme concrete sul sistema della legittimità costituzionale. Nel frattempo, aspettando le sentenze già previste entro fine gennaio, avvocati e magistrati restano con il fiato sospeso.

È stata una giornata intensa a Palazzo della Consulta. Fuori dalla sala udienze, tra le luci già accese di Natale su via XX Settembre, restano tante domande senza risposta ma anche la consapevolezza che su questi passaggi si gioca molto della credibilità delle istituzioni del Paese.

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