Tasse 2024, la beffa: tutte quelle nascoste che dovrai pagare il prossimo anno, come evitarle

Ecco tutti gli esborsi a cui saranno sottoposti gli italiani a partire dalla legge di bilancio 2024. Non tutti gli aumenti sono alla luce del sole

Che l’inflazione abbia drammaticamente fatto lievitare il costo della vita è un dato saldamente evidente. Anche ora che la percentuale inflazionistica si è dimezzata rispetto agli apici raggiunti nel corso dell’ultimo anno e mezzo in piena ascesa, la spesa resta una chimera per i redditi più svantaggiati (a meno che, a calmierare i prezzi, non sia intervenuto il governo, ma si parla soltanto del carburante) e per coloro che devono far quadrare i conti assieme a un mutuo o ad un affitto.

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Le tasse nascoste nella manovra 2024 (lamiapartitaiva.it)

Nessun ritiro delle acque, dunque. Come spesso capita, ogni aumento economico rappresenta l’alzata dell’asticella di tolleranza. Le bollette sono diminuite è vero, ma soltanto di una parziale quota rispetto all’aumento complessivo, e dunque continua a persistere il problema sui costi energetici (a “certificarlo”, la presenza dei bonus statali per agevolare il pagamento dei consumi).

Tasse 2024, la beffa degli aumenti nascosti

Con il mese di novembre, manca poco alla pubblicazione della Nadef da parte del governo, la quale scoprirà sostanzialmente le carte in relazione alla politica economica da portare avanti nel prossimo anno. Sul piatto resta la riconferma di numerosi contributi e sostegni; e possibilmente l’integrazione degli stessi. Certo, alcune misure messe in atto nel corso del 2023 sembrano oggi giustificare l’irrigidimento del tenore economico.

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Le tasse nascoste nella manovra 2024 (lamiapartitaiva.it)

Insomma, che la sclerotizzazione degli aumenti nei costi della produzione e poi della distribuzione non abbia subito un’inversione di tendenza, appare come il segno per ammortizzare i “costi” dello Stato per integrare pensioni, indennità, assegni sociali e non ultimo, il taglio del cuneo fiscale contributivo. Pertanto, dalle anticipazioni della manovra del governo che sta approdando in Parlamento, si celano emendamenti che non sono altro che giochi a rialzo su tasse e imposte.

Dentro la manovra aumenti su imposte e tasse alle famiglie

Partendo dalle entrate, si prospettano un taglio delle pensioni relative agli ex dipendenti pubblici e una rivalutazione al ribasso su tutti gli assegni familiari. Come già era emerso di recente, niente più IVA agevolata al 5% (promessa in campagna elettorale, al posto dell’iva ordinaria al 22%) su pannolini e prodotti dell’infanzia: dal 2024 raddoppierà al 10%. Aumento dal 21% al 26% sulla cedolare secca degli immobili, in particolare verso i proprietari che affittano più appartamenti con contratti brevi inferiore al mese (un po’ nel modello AirBnb).

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Le tasse nascoste nella manovra 2024 (lamiapartitaiva.it)

Sempre sul fronte della casa, sale l’imposta per chi vende un immobile ristrutturato tramite le agevolazioni del Superbonus edilizio: pagherà una tassa sulla plusvalenza del 26% in caso di vendita prima dei dieci anni dalla fine dei lavori; ma non sarà applicata su abitazioni principali, eredità immobiliari o nel caso che il venditore sia un’impresa. In rialzo, dall’8 all’11%, la ritenuta d’acconto applicata ai bonifici legati a spese recuperate tramite bonus edilizi (bonifici parlanti).

Escluse le abitazioni principali, aumenta la tassa sulle abitazioni all’estero: dallo 0,76% all’1,06%. Come d’abitudine, aumentano sigarette e tabacchi: 10 centesimi in più a pacchetto. Inoltre, dal 2024 sarà obbligatorio assicurarsi sulle catastrofi naturali da parte delle aziende, pena la chiusura parziale a contributi e sovvenzioni. Sugar tax e plastic tax sono state sospese fino al 30 giugno 2024 e non per l’intero anno. La tassa di soggiorno nelle località turistiche e città d’arte aumenta a 2 euro per notte. Per i transfrontalieri con la Svizzera, vi sarà una quota da versare quale forma di compartecipazione al servizio sanitario nazionale; sarà calcolata come un’imposta sul reddito: si aggirerebbe tra il 3 e il 6% del salario netto percepito sul territorio elvetico.

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