Roma, 3 dicembre 2025 – Ieri sera il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al nuovo disegno di legge sulla semplificazione e digitalizzazione, toccando uno dei pilastri della normativa italiana: i termini previsti dal codice civile. Una scelta che il Governo Meloni definisce indispensabile per “dare concretezza al piano di modernizzazione”. Da Palazzo Chigi fanno sapere che la riforma avrà effetti concreti su imprese, cittadini e pubblica amministrazione.
Il testo del Ddl sulla semplificazione e digitalizzazione introduce modifiche ai termini procedurali del codice civile, ridisegnando — in certi casi accorciandoli, in altri rendendoli più flessibili — i tempi per scadenze burocratiche, notifiche e depositi. Secondo fonti del Ministero della Giustizia, alcune di queste tempistiche “risalgono agli anni ’40”, un ritardo che rischiava di rallentare pratiche e servizi.
“L’obiettivo era sbloccare un sistema ingessato da scadenze spesso irragionevoli”, ha spiegato il ministro Carlo Nordio durante la conferenza stampa di ieri sera. La riforma interessa soprattutto settori come i contratti tra privati, le pratiche successorie e il mondo delle società. Per esempio, il termine per notificare gli atti di citazione nei giudizi civili sarà fissato a 90 giorni, uniformando così una materia che finora variava da tribunale a tribunale e creava confusione.
Il vero cuore della riforma è la spinta alla digitalizzazione delle procedure civili. Da ora in poi molti atti dovranno essere depositati “solo in formato digitale” attraverso i portali della pubblica amministrazione. La novità riguarda soprattutto le imprese, che avranno sei mesi di tempo per adeguarsi una volta entrata in vigore la legge. “Non è solo questione di velocizzare – ha detto la sottosegretaria all’Innovazione Alessandra Baldini – ma anche di garantire trasparenza e tracciabilità agli atti civili”.
Nel 2024 sono stati più di 3 milioni i documenti cartacei presentati alle Camere di commercio, secondo il Ministero per l’Innovazione Tecnologica. Con la nuova legge, si prevede una riduzione drastica di queste cifre. Per le piccole imprese che incontrano difficoltà con gli strumenti digitali è previsto un periodo di affiancamento e sportelli fisici dove ricevere aiuto.
Una parte importante del Ddl sulla semplificazione riguarda professionisti come avvocati, notai e commercialisti. Sono stati loro a chiedere più volte un aggiornamento dei tempi civili, allineandoli alle procedure telematiche già usate in campo giudiziario. “Questo è un passo verso una giustizia civile meno frammentata”, commenta Giuseppe Piccirillo, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Roma.
Non mancano però dubbi. Alcuni notai romani sentiti da alanews.it hanno sottolineato come resti aperta la questione della “certezza della prova” nelle notifiche digitali tra privati. Un tema che potrebbe richiedere aggiustamenti con futuri decreti attuativi. Comunque tra gli addetti ai lavori c’è un cauto ottimismo: “Se saranno rispettati gli impegni su formazione e supporto tecnico – spiegano – questa riforma potrà davvero alleggerire il lavoro quotidiano”.
Sul fronte politico, la maggioranza di centrodestra si è schierata compatta a favore del disegno di legge. Le opposizioni mostrano invece qualche riserva. Il Partito Democratico chiede più coinvolgimento delle parti sociali nella stesura dei decreti attuativi: “Bisogna fare attenzione alle categorie più fragili che rischiano l’esclusione digitale”, avverte la deputata Chiara Grimaldi. Più cauta è la posizione del Movimento 5 Stelle: “Digitalizzare sì, ma servono regole chiare”, ricordano dal gruppo parlamentare.
Il testo arriverà nei prossimi giorni alla Camera. Solo allora si vedrà quali modifiche ai termini civili passeranno senza troppi cambiamenti. Il Governo vuole chiudere l’iter entro fine anno e dare il via libera definitivo entro febbraio 2026.
Intanto negli uffici giudiziari romani si respira un clima di attesa: “Ogni passo verso procedure più chiare è benvenuto”, dice un cancelliere incontrato stamattina al Tribunale civile di viale Giulio Cesare. Ma la partita resta aperta: la semplificazione è parola d’ordine, ma sarà sul campo che si vedrà davvero se questa riforma reggerà nei prossimi mesi.
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