Tutte le modalità per andare in pensione nel 2024

Come andare in pensione nel 2024? A quanti anni e con quanti contributi? Le regole aggiornate dopo le novità introdotte dalla legge di Bilancio

Sebbene la legge di Bilancio 2024 debba ancora ottenere l’approvazione definitiva nelle prossime settimane, al momento non sono previste modifiche sostanziali al testo della manovra, che, tra le numerose novità, rivede anche le regole per l’accesso alla pensione. Pertanto, per rispondere a quando si va in pensione nel 2024, a quanti anni e con quanti contributi, è necessario considerare la legge di Bilancio 2024. Nonostante ci siano alcune novità, sia positive che negative rispetto all’anno precedente, la riforma Fornero del 2011 continua a regolamentare l’accesso alla pensione in Italia, stabilendo i requisiti per la maggior parte dei lavoratori. Al suo fianco, ci sono misure di flessibilità rivolte a un numero limitato di persone, e quest’anno l’accesso alla pensione per loro diventa più complesso a causa del rafforzamento di alcune condizioni. Di seguito, troverai tutti i requisiti da soddisfare per concludere la tua carriera nel 2024 e goderti la pensione meritata.

Come andare in pensione nel 2024 nel nostro Paese

Pensione di vecchiaia. Per accedere alla pensione di vecchiaia nel 2024, sono richiesti, come l’anno precedente, 67 anni di età e 20 anni di contributi. Nel caso specifico dei contributivi puri, ovvero coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1º gennaio 1996 e quindi non hanno contributi maturati nel periodo precedente, è necessario soddisfare anche un requisito economico: l’assegno deve essere almeno pari al valore annuo dell’Assegno sociale. In dettaglio, fino al 2023 era richiesto che fosse almeno 1,5 volte questo valore, ma il governo ha deciso di ridurre la soglia nel 2024 per favorire il pensionamento dei contributivi puri. Con la prevista rivalutazione del 5,4%, l’Assegno sociale dovrebbe essere di 6.947,32 euro. Nel 2024, persistono anche agevolazioni per la pensione di vecchiaia che in alcuni casi permettono di andarci prima del compimento dei 67 anni o con soli 15 anni di contributi.

Signori in pensione
Immagine | Pixabay @shapecharge – Lamiapartitaiva.it

Pensione di vecchiaia per disabili. Per chi presenta un’invalidità di almeno l’80%, i requisiti per accedere alla pensione di vecchiaia sono agevolati. Con almeno 20 anni di contributi, è possibile cessare l’attività lavorativa alle seguenti età:

– 61 anni per gli uomini;

– 56 anni per le donne.

Nel caso dei ciechi assoluti, invece, è possibile accedere alla pensione con soli 10 anni di contributi e raggiungendo un’età di:

– Settore privato: 56 anni per gli uomini, 51 anni per le donne;

– Settore pubblico: 61 anni per gli uomini, 56 anni per le donne.

Pensione di vecchiaia contributiva. I requisiti per la forma di pensione di vecchiaia destinata ai contributivi puri rimangono invariati. Questa modalità rappresenta un sostegno per coloro che non riescono a soddisfare i requisiti per la pensione di vecchiaia ordinaria, ad esempio a causa della mancanza di 20 anni di contributi. Per loro è ancora concesso l’accesso alla pensione al raggiungimento dei 71 anni di età, avendo accumulato solo 5 anni di contributi.

Pensione anticipata. Nessuna modifica per la pensione anticipata, una misura che consente il pensionamento senza considerare l’età del lavoratore. È sufficiente soddisfare un requisito contributivo, con differenze tra uomini e donne:

– Gli uomini devono aver accumulato almeno 42 anni e 10 mesi di contributi per accedervi;

– Le donne, invece, ne necessitano 41 anni e 10 mesi.

È importante tenere presente che, nel caso della pensione anticipata, esiste una finestra mobile trimestrale che ritarda di tre mesi l’inizio dell’assegno rispetto alla data in cui sono stati maturati i requisiti.

Pensione anticipata contributiva. Anche la pensione anticipata presenta un’opzione dedicata ai contributivi puri, su cui la legge di Bilancio ha apportato significative modifiche. La novità riguarda il requisito economico per accedere alla pensione a 64 anni con 20 anni di contributi, differenziato in base alla categoria di appartenenza. Fino all’anno in corso, per ottenere la pensione anticipata contributiva era necessario aver maturato un assegno pari a 2,8 volte il valore dell’Assegno sociale. Dal prossimo anno, le nuove soglie sono definite come segue:

– 3 volte l’Assegno sociale, quindi 20.841,97 euro;

– 2,8 volte l’Assegno sociale per le sole donne con almeno un figlio, quindi 19.452,49 euro;

– 2,6 volte l’Assegno sociale per le donne con almeno due figli, quindi 18.063,03 euro.

Anche per la pensione anticipata contributiva, è prevista una finestra mobile di tre mesi.

Pensione anticipata precoci (Quota 41). Esclusa dai contributivi puri, Quota 41 è una misura che consente l’accesso alla pensione con soli 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica. Riservata ai lavoratori precoci, definiti come coloro che, entro il compimento dei 19 anni, hanno accumulato almeno 12 mesi di contributi, questa opzione mira a fornire una tutela speciale a categorie che necessitano di particolare attenzione, tra cui:

– disabili;

– invalidi (almeno al 74%);

– caregivers;

– lavoratori addetti a mansioni gravose.

Anche per la pensione anticipata riservata ai precoci è prevista una finestra mobile trimestrale.

Quota 103. Aggiungendo alle misure precedentemente menzionate, nel panorama pensionistico si inserisce la flessibilità proposta dal governo Meloni nel 2023, confermata nel 2024 con alcune modifiche. Parliamo di Quota 103, un’opzione che permette il pensionamento una volta raggiunta la somma tra l’età anagrafica (minimo di 62 anni) e gli anni di contributi (almeno 41) che dia come risultato 103.

La novità per il 2024 è che, per adottare Quota 103, è necessario accettare un ricalcolo interamente contributivo dell’assegno, comportando una riduzione dell’importo che varia in base ai singoli casi.

Opzione Donna. Anche per l’opzione Donna nel 2024 è prevista una penalizzazione in uscita, con un ricalcolo contributivo che riduce l’assegno. Questa riduzione coinvolge anche la parte retributiva, trasformata in pensione secondo le regole meno vantaggiose del sistema contributivo.

Opzione Donna nel 2024 è riservata a coloro che soddisfano i requisiti entro il 31 dicembre 2023, tra cui:

– età anagrafica: 61 anni per tutte, 60 anni per le lavoratrici con almeno un figlio, 59 anni per le lavoratrici con almeno 2 figli o per quelle licenziate (o in procinto di perdere il lavoro) da una grande azienda;

– contributi: 35 anni.

Inoltre, è necessario appartenere a una delle seguenti categorie:

– lavoratrici con invalidità di almeno il 74%;

– caregiver;

– licenziate o in procinto di perdere il lavoro presso una grande azienda.

Ape Sociale. Anche l’Ape Sociale, l’anticipo pensionistico che non comporta un accesso diretto alla pensione, ha subito modifiche: chi ne matura i requisiti può smettere di lavorare, ottenendo un assegno sostitutivo della pensione (limitato a 12 mensilità).

Nel 2024, per accedere all’Ape Sociale, è necessario aver compiuto i 63 anni e 5 mesi di età (in precedenza erano sufficienti 63 anni), con almeno 30 anni di contributi per coloro che rientrano nelle seguenti categorie:

– disoccupati di lungo periodo;

– invalidi (almeno al 74%);

– caregiver.

Anche i lavoratori gravosi possono accedere all’Ape Sociale, ma in questo caso, il requisito contributivo si alza a 36 anni.

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