Allarme pensioni in Italia: a rischio il sistema lavorativo e previdenziale

Le ultime previsioni diffuse dall’Istat sono da far tremare le vene ai polsi: ecco cosa sta succedendo in Italia sul fronte pensioni.   

Che l’Italia fosse un paese in rapido invecchiamento, nel quale nascono sempre meno bambini e aumentano le esigenze di assistenza a malati e disabili, non è certo una novità. Le nuove proiezioni dell’Istat però restituiscono un quadro più allarmante del previsto su quanto cosa sta succedendo in Italia, e soprattutto su quel che potrebbe accadere prima del 2050. I numeri sono drammatici quanto inequivocabili.

Allarme pensioni in Italia: a rischio il sistema lavorativo e previdenziale
Senza un’inversione di rotta, tra meno di trent’anni il sistema lavorativo e previdenziale finirà per implodere. -(Lamiapartitaiva.it)

Le ultime rilevazioni dell’Istat si basano sul censimento al 31 dicembre del 2022, da cui è emerso un paese sempre più anziano e con un tasso di ricambio generazionale ai minimi storici. Senza un’inversione di rotta, tra meno di trent’anni il sistema lavorativo e previdenziale finirà per implodere, con conseguenze drammatiche per l’intera popolazione.

La pensione che (non) verrà

Il primo dato che balza all’occhio è il rapporto tra numero di anziani e giovani nel Paese. L’indice di vecchiaia, che misura il numero di adulti dai 65 anni in su ogni 100 giovani di 0-14 anni, è passato dal 187,6% del 2021 al 193,1% del 2022 (nel 2011 era al 148,7%). In altre parole, nel 2022 l’Italia ha contato per ogni bambino di meno di sei anni oltre 5 anziani (5,6). Nel 1971, tanto per rendere l’idea, c’era un anziano per ogni bambino (per l’esattezza, 46 over 65 ogni 100 under 15). E peggio verrà, avverte sempre l’Istat.

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Un quadro così allarmante non si vedeva da anni – lamiapartitaiva.it

Proiezioni dell’Istituto di Statistica alla mano, il rapporto tra individui in età lavorativa (cioè dai 15 ai 64 anni) e non (0-14 e over 65) è destinato a passare da circa 3:2 nel 2022 e a circa 1:1 nel 2050. Il tutto, come accennato in premessa, a causa del tasso di natalità ai minimi. Dalla fotografia scattata al 31 dicembre 2022, la popolazione italiana è scesa sotto i 59 milioni (58.997.201 residenti, per l’esattezza), nonostante il contributo apportato al bilancio demografico dagli stranieri.

Ancora qualche numero significativo: nel 2022 risultano 393mila nati residenti in Italia, con un tasso di natalità del 6,7 per mille, e dunque quasi 7mila nascite in meno rispetto al 2021 (-1,7%), e ben 183mila in meno (-31,8%) rispetto al 2008, un anno record dall’inizio del nuovo millennio. La fuga dei giovani all’estero non aiuta certo a migliorare il quadro. Al 31 dicembre 2022 i cittadini italiani residenti all’estero risultano essere 5 milioni e 940mila, per oltre la metà concentrati in Europa (54,7%) e quasi tutta la parte restante (40,1%) in America. La domanda di fondo risuona sempre più forte e urgente: chi pagherà le pensioni di domani?

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