Concorso presidi: arrivano le quote blu, come funzionerà a parità di punteggio

Una novità importante per il mondo della scuola: l’introduzione delle “quote blu” nel concorso per i presidi. Un cambiamento che ha sollevato molte domande e perplessità. Cerchiamo di fare chiarezza sul funzionamento di queste quote e su come sarà possibile determinare la graduatoria in caso di parità di punteggio tra i candidati. Una notizia di grande rilievo per il mondo della scuola, che ci auguriamo possa portare a una maggiore efficienza e competenza nella gestione dei nostri istituti scolastici.

Secondo il Ministero dell’Istruzione, esiste una disparità di genere nei ruoli dirigenziali delle scuole. In poche parole, ci sono troppe donne presidi. La risposta? L’implementazione delle cosiddette “quote blu” nei concorsi per i dirigenti scolastici, secondo quanto riporta il Corriere della Sera.

L’articolo 10 del bando in bozza afferma: “Tenendo conto delle percentuali di rappresentanza di genere in ogni regione, l’equilibrio di genere sarà garantito applicando nelle regioni di:

  • Abruzzo,
  • Calabria,
  • Campania,
  • Emilia-Romagna,
  • Friuli-Venezia Giulia,
  • Lazio,
  • Liguria,
  • Lombardia,
  • Marche,
  • Piemonte,
  • Puglia,
  • Sicilia,
  • Toscana,
  • Umbria
  • Veneto,

dove il divario tra i sessi supera il 30 per cento, un vantaggio al sesso maschile poiché è meno rappresentato,” afferma il Ministero dell’Istruzione.

In pratica, quasi in tutte le regioni italiane, se c’è parità in classifica, la priorità sarà data al candidato maschile rispetto alla sua collega femminile, poiché il sesso maschile è sottorappresentato nell’ambito scolastico. Questo è il risultato del decreto del governo Meloni, pubblicato lo scorso giugno, che introduce le regole per l'”equilibrio di genere nella pubblica amministrazione”. Su questa questione, il presidente dell’Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli ha dichiarato all’Adnkronos che in passato erano state accolte le quote rosa “ora accogliamo quelle blu: è positivo”, ha commentato Giannelli.

Quote blu presidi: come funzioneranno?

Il Ministero smentisce l’introduzione delle cosiddette quote blu, definendo questa affermazione “errata” e “ingannevole”. La dichiarazione del Mim sottolinea che non è stata prevista nessuna quota riservata ai candidati maschili nel bando, ma solo una preferenza che non modifica l’ordine del punteggio dei vincitori del concorso.

Secondo il Ministero dell’Istruzione, tale preferenza può intervenire solo a parità di merito e titoli a supporto del candidato maschio nel processo di estrazione dalla graduatoria. Questa disposizione è inclusa nella bozza del bando di concorso per la selezione dei dirigenti scolastici, e deriva dall’implementazione di una norma nel regolamento riguardante l’impiego in tutti gli enti pubblici.

Una delle modifiche introdotte stabilisce che la percentuale di rappresentanza dei generi, calcolata al 31 Dicembre dell’anno precedente, deve essere indicata nei bandi di concorso per la posizione richiesta. Se la differenza tra i generi supera il 30 percento, viene data la precedenza al candidato del genere meno rappresentato, a parità di merito e titoli, durante l’assegnazione dei posti di lavoro. In questo caso, nelle scuole, il genere meno rappresentato è il maschile.

Dirigenti scolastici in riunione
Foto | kali9 @Canva – lamiapartitaiva.it

 

Il Mim afferma che nel campo della leadership scolastica, in caso di parità di qualifiche e merito, si può dare la preferenza al candidato maschile durante la procedura di selezione sulla base dell’elenco dei candidati. Questo perché la percentuale di donne impiegate supera il 30% in quasi tutte le regioni. Tuttavia, in Sardegna, dove il divario di genere è inferiore al 30%, questo criterio di preferenza non viene applicato. Infine, il ministero critica i sindacati, ritenendo scorretto che qualche organizzazione decida di mettere in discussione l’amministrazione prima di ricevere tutti i dettagli e le informazioni necessarie in una questione così delicata. Anche perché, convocate per un briefing la prossima settimana, queste organizzazioni dimostrano una mancata comprensione chiara del problema.

Concorso presidi: come prepararsi

Secondo le regole del concorso, i concorrenti hanno il diritto di fare domanda soltanto in una regione, altrimenti rischiano l’esclusione. Il processo di selezione include un esame preliminare, uno scritto, uno orale e una classifica basata sul merito, ma il punteggio dell’esame preselettivo non contribuisce alla classifica finale.

Nel caso in cui ci siano più di quattro volte il numero di posti disponibili di candidati, verrà svolto un esame preselettivo, che vale per tutto il paese. Non partecipare all’esame preselettivo porterà all’esclusione dal processo di concorso. I candidati che presentano un handicap del 80% o più (come definito dall’art. 20, comma 2-bis, della legge 5/1992) sono esonerati dall’esame preliminare.

La struttura del test preliminare

Il test preliminare, per il quale non sarà disponibile un database, è composto da cinquanta domande a scelta multipla e la sua durata sarà stabilita nel bando ufficiale. Ogni risposta corretta alle cinquanta domande a scelta multipla sarà valutata con 1 punto e non saranno assegnati punti per risposte mancanti o errate.

Passaggio del test preliminare

I candidati che superano il test preliminare e vengono ammessi al test scritto sono un numero tre volte superiore al numero di posizioni in concorso per ciascuna regione; i candidati che ottengono il punteggio uguale all’ultimo candidato ammesso dopo il test preliminare e coloro che sono esonerati dal test.

Testo scritto

Il testo scritto, la cui durata è definita dal bando di concorso, sarà lo stesso per l’intero paese e consiste in cinque domande a risposta libera, oltre a due domande in inglese da risolvere al computer nella regione in cui il candidato ha presentato la sua application. L’omessa presentazione comporta l’esclusione dalla competizione. Per passare il test, è necessario ottenere almeno 70 punti su 100.

Test orale

La durata dell’esame orale è stabilita dal bando di concorso. L’esame consiste in un’intervista che ha l’obiettivo di verificare:

– la formazione professionale del candidato,
– la capacità di gestire un caso legato al ruolo del preside,
– la conoscenza e l’abilità nell’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione comunemente utilizzate nelle istituzioni scolastiche,
– il livello di competenza in lingua inglese, misurato al livello B2 del CEFR, attraverso la lettura e la traduzione di un testo selezionato dal comitato.

Per passare questo esame, è necessario ottenere un punteggio minimo di 70 su 100.

La responsabilità di creare la classifica in base al merito sarà della commissione. Questo sarà fatto considerando i punteggi ottenuti nelle due fasi di valutazione, ossia la parte scritta e orale. Ciascuna prova può avere un punteggio che varia da 70 a 100. Inoltre, verranno considerate anche le qualifiche menzionate nel bando, che possono contribuire fino a un massimo di 30 punti.

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