C’è bonifico e bonifico. L’Agenzia delle Entrate drizza le antenne e fa scattare tutte le verifiche del caso in presenza di trasferimenti di denaro “sospetti”.
Oggigiorno il denaro viaggia soprattutto su canali virtuali. Vale per le carte di credito, i bancomat, la varie forme di pagamento digitale e i classici bonifici che, negli anni, si sono evoluti in diverse forme, sull’onda dell’avanzata dell’online. Vediamo le tipologie principali e gli elementi che potrebbero farci finire nel mirino dell’Agenzia delle Entrate per via di operazioni giudicate “sospette”.
![bonifici controllati dall'agenzia delle entrate](https://www.lamiapartitaiva.it/wp-content/uploads/2024/02/lente-ingrandimento-calcolatrice-23.2.24-Lamiapartitaiva.it_.jpg)
Come noto, il bonifico online ci offre la possibilità di effettuare un trasferimento di denaro in qualsiasi momento e da qualsiasi luogo, senza doversi recare fisicamente in banca. Uno dei principali vantaggi è la drastica riduzione dei tempi di esecuzione: basta un pc o uno smartphone con l’app di turno per effettuare l’operazione in pochi secondi e con una manciata di clic. Da non trascurare, poi, la riduzione dei costi di commissione, che sono solitamente più bassi rispetto a quelli del tradizionale bonifico allo sportello (e spesso addirittura pari a zero).
I trasferimenti di denaro nel mirino del Fisco
Va da sé che lo strumento si presta anche a usi illeciti, a partire dalle operazioni “in nero”. In questo senso, l’Agenzia delle Entrate è sempre all’erta. Se è vero che i bonifici bancari non sono soggetti a limiti di importo, oltre certe cifre le transazioni possono essere segnalate. Si pensi al caso dell’so dell’acquisto di un bene durevole di grande valore, come un’automobile o una casa. Per queste e altre spese, il valore di un bonifico può tranquillamente arrivare a superare diverse centinaia di migliaia di euro. In circostanze simili, la massima trasparenza e l’inserimento della causale giusta al momento dell’operazione sono essenziali per evitare guai col Fisco.
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Gli unici limiti rispetto alla somma di denaro trasferita da un conto all’altro gravano sui bonifici all’estero. I privati che effettuano bonifici su conti esteri, infatti, sono tenuti a compilare la Comunicazione Valutaria Statistica (CVS) per importi superiori a 12.500 euro. Idem per i bonifici provenienti da un conto estero extra UE: la banca deve segnalare all’Agenzia delle Entrate tutti quelli di importo superiore a 15.000 euro. I furbetti sono avvisati.