Flat tax incrementale per le Partite Iva: come funziona ed a chi si applica

È stata introdotta nell’ultima Legge di Bilancio ed applica un’aliquota fissa sulla base imponibile di artigiani, commercianti e attività d’impresa.

A seguito dell’introduzione della misura della Flat Tax Incrementale nell’ultima Legge di Bilancio, l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato un documento di chiarimenti operativi sulla sua applicazione attraverso la Circolare Ufficiale numero 18/E dello scorso 28 Giugno 2023. A partire dal chiarimento riguardo alle categorie di contribuenti che possono già applicarla per l’anno in corso.

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La misura è stata introdotta con l’ultima Legge di Bilancio – LaMiaPartitaiva.it

Sono due, ovvero le persone fisiche che esercitano arti o professioni e le persone fisiche che esercitano attività di impresa. Per queste ultime, la Flat Tax Incrementale si applica a prescindere dal tipo di regime contabile adottato, ad esempio tanto per l’impresa famigliare quanto per l’azienda coniugale, anche quando non gestita in forma societaria.

Sono tre invece le tipologie di reddito escluse dalla misura per il 2023, ovvero i redditi delle società di capitali che, in base all’articolo 116 del TUIR, siano attribuiti ai soci per trasparenza fiscale applicata a società a ristretta base proprietaria; i redditi delle società di persone in base al primo comma dell’articolo 5 del TUIR; ed i redditi derivanti dall’esercizio di forma associata di arti e professioni, in base al comma 1 dell’articolo 53 ancora del TUIR.

Come si applica la Flat Tax Incrementale 2023

L’imposta applicata nel regime agevolativo della Flat Tax Incrementale prevede un’aliquota fissa al 15%, che sostituisce l’IRPEF e le addizionali comunali e regionali e che viene applicata come base imponibile sull’incremento del reddito 2023 rispetto al reddito maggiore dichiarato nel triennio 2020 – 2022 precedente.

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La circolare di chiarimenti operativi pubblicata dall’Agenzia delle Entrate è la numero 18/E dello scorso 28 Giugno 2023 – LaMiaPartitaIVA.it

I redditi che occorre confrontare sono quelli derivanti dal lavoro autonomo e dall’attività di impresa, al netto di eventuali perdite pregresse e come riportati nelle dichiarazioni dei redditi del triennio menzionato. All’incremento rilevato, quindi, occorre sottrarre una franchigia del valore pari al 5%, sempre calcolata sul reddito più cospicuo del triennio.

Ed ecco dunque che l’aliquota del 15% viene applicata sulla base imponibile ridotta della franchigia. Ad esempio, se consideriamo un reddito complessivo di 100.000 Euro per l’anno 2023 e poniamo che nel triennio precedente il reddito più elevato sia stato di 80.000 Euro, l’incremento sarà stato pari a 20.000 Euro. A questo, sottrarremo 4.000 Euro, ovvero la franchigia sul reddito più elevato del triennio precedente (risultante quindi dal 5% di 80.000 Euro).

Dunque la base imponibile a cui applicare l’aliquota del 15% sarò il risultato dell’incremento meno la franchigia, ovvero 20.000 Euro meno 4.000 Euro, per il totale di 16.000 Euro. Per maggiori approfondimenti, è consigliabile consultare la Circolare 18/E del Giugno 2023 dell’Agenzia dell’Entrate, scaricabile dal sito web istituzionale dell’Agenzia.  

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