Il riscatto di laurea diventa più caro, le nuove cifre

Il riscatto della laurea è una misura risale al 1997 e consente di far figurare il periodo di studi come anni di lavoro. Nel 2024 costerà di più? Scopriamolo 

Dal 2024, per i giovani precari e i lavoratori a pochi anni dall’uscita dal lavoro, andare in pensione costerà di più: uno strumento prezioso per l’anticipo previdenziale come il riscatto della laurea richiederà quasi 6.100 euro per ogni anno saldato in modo da fare contare il proprio percorso di studi come periodo di contributi.

Un rincaro di circa 400 euro per ogni anno esito dalla rivalutazione all’inflazione, basata sulla crescita del livello medio dei prezzi dello scorso anno fissata dall’Istat al 5,7%, che adegua al carovita anche l’aumento degli importi del riscatto cosiddetto light.

Il riscatto della laurea, come funziona

Introdotto nel 1997, lo strumento permette di riscattare ai fini del calcolo della pensione il periodo di studi che va dall’1 novembre dell’anno di immatricolazione all’Università al 31 ottobre dell’ultimo anno previsto per il proprio corso di laurea.

Se il percorso di studi è stato effettuato dopo del 1996, nel cosiddetto contributivo, il costo per ogni anno considerato con il riscatto agevolato è fisso, mentre con quello ordinario l’importo si calcola moltiplicando il reddito medio percepito nei dodici mesi precedenti alla domanda di riscatto per l’aliquota di contribuzione dell’indennità vecchiaia e superstiti (Ivs), che anche nel 2024 equivale al 33%.

Riscatto della laurea, come funziona
Riscatto della laurea, come funziona- Lamiapartitaiva.it

 

Il riscatto della laurea agevolato è una delle opzioni messe a disposizione dall’Inps per calcolare gli anni di studi all’Università come se fossero anni di lavoro, ad esclusione di quelli fuori corso: in questo caso il contribuente paga un prezzo fisso, mentre se sceglie l’alternativa del riscatto ordinario verserà una cifra in rapporto al proprio reddito nei dodici mesi precedenti alla domanda.

Ogni anno di riscatto verrebbe a costare 5.776,32 euro, che vanno moltiplicati per il numero degli anni di corso. Questo significa che per un corso di laurea della durata di 5 anni, tra laurea di primo livello di 3 anni e magistrale di 2 anni, si arriva a spendere qualcosa come 28.882 euro. Nel 2022 si spendevano 5.360 euro ogni anno.

Se il riscatto è antecedente al 1996, o anche fino a fine 2011 per chi ha almeno 18 anni di contributi maturati prima del 1996, il calcolo è più complesso: il prezzo da pagare è ricavato tramite il metodo della riserva matematica, cioè sulla base del beneficio pensionistico che deriva dal riscatto stesso.

Secondo quanto spiegato da Il Messaggero, in settimana dovrebbe arrivare una circolare Inps che annuncerà l’aumento, ma già da ora chi fa richiesta sul sito di previdenza può constatare la crescita dell’importo annuo, dai 5.776 richiesti nel 2023 agli oltre 6mila del 2024.

In generale, possiamo dire che il riscatto della laurea non risulta troppo conveniente a meno che non riesca ad anticipare ulteriormente il pensionamento, ad esempio se si raggiungono i 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi per le donne) con alcuni anni di anticipo rispetto all’età di 64 anni.

Sempre i relazione al riscatto della laurea, l’Inps ha comunicato con un recente messaggio la possibilità per i giovani lavoratori e anche per coloro che sono disoccupati, di trasferire gratuitamente il montante contributivo generato con il riscatto della laurea, una volta iscritti a una gestione previdenziale dell’ente.

Oltre alla laurea possono essere riscattati anche gli anni di formazione, alle seguenti condizioni:

  • il tempo impiegato per il conseguimento dei diplomi universitari, devono avere una durata compresa tra i due ed i tre anni. Ai fini del riscatto si considerano solo i periodi legali;
  • diplomi di laurea degli ordinamenti anteriori al 1999. In questo caso i corsi di laurea avevano una durata non inferiore a quattro anni e non superiore a sei anni;
  • lauree degli ordinamenti universitari post decreto 509/1999 (ossia lauree triennali e specialistiche);
  • diplomi di specializzazioni post lauream di durata non inferiore ai 2 anni;
  • alcuni dottorati di ricerca;
  • diplomi rilasciati da istituti di alta formazione artistica e musicale.

Riscattare la laurea ha certamente dei costi, ma anche dei benefici. Nell’immediato, la buona notizia è che i costi dell’operazione possono essere scaricati dalla Dichiarazione dei redditi annuale. Ricordiamo che le spese detraibili nel 730 sono le spese che si sottraggono, in percentuale, dall’imposta lorda, a differenza delle spese deducibili che vengono invece sottratte dall’ammontare del reddito complessivo.

L’importo versato per il riscatto della laurea è interamente deducibile dal reddito complessivo. Se poi il soggetto ha figli a carico che non sono iscritti ad alcuna forma previdenziale è prevista una detrazione fiscale del 19%.

Nella Dichiarazione dei redditi questi contributi devono essere inseriti all’interno del quadro E, nel rigo E21, denominato “Contributi previdenziali e assistenziali”, e sono deducibili fino a concorrenza del reddito complessivo. L’INPS ha comunque fornito precise indicazioni su come fare per richiedere il riscatto della laurea.

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