NASPI anche per le Partite IVA: aiuto forte che cambia le cose subito

Buone notizie per i possessori di partita IVA: anche questi lavoratori potranno richiedere la NASPI, tutti i dettagli.

I lavoratori dipendenti sanno benissimo che, nel caso in cui abbiano perso il lavoro in modo involontario, possono richiedere la NASPI. Si tratta di una vera e propria indennità mensile di disoccupazione, erogata in relazione a eventi di disoccupazione involontaria verificatisi a partire dal 1° maggio 2015. La NASpI sostituisce le precedenti prestazioni di disoccupazione ASpI e MiniASpI.

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I possessori di Partita IVA possono avere la NASPI? – Lamiapartitaiva.it

La NASpI spetta dall’ottavo giorno successivo alla data di cessazione del rapporto di lavoro. Viene corrisposta mensilmente per un numero di settimane pari alla metà delle settimane contributive presenti negli ultimi quattro anni. La Partita IVA, invece, è un regime fiscale e previdenziale che consente ai lavoratori autonomi di svolgere la propria attività in modo autonomo.

NASPI e Partita IVA: ecco quando sono compatibili

In linea generale, la NASPI e la Partita IVA sono compatibili ma esistono alcuni limiti da rispettare. Nel caso di una Partita IVA già aperta, il lavoratore deve comunicare all’INPS il reddito percepito nell’anno precedente. In base a questo reddito, l’importo della NASPI può essere ridotto o addirittura azzerato.

In particolare, se il reddito da Partita IVA è pari a zero, il lavoratore può percepire l’intera NASPI; se invece è compreso tra 1 e 4.800 euro, il lavoratore può percepire solo il 20% della NASPI; se, ancora, è superiore a 4.800 euro, il lavoratore non ha diritto alla NASPI. Nel caso di apertura di una nuova Partita IVA, il lavoratore deve comunicare all’INPS la stima del reddito presunto che si pensa di ricavare dalla nuova attività.

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Partita IVA e NASPI: quando sono compatibili – lamiapartitaiva.it

Anche in quest’ultimo caso, l’importo della NASPI può essere ridotto o addirittura azzerato se il reddito effettivo è superiore alla stima. In particolare, se il reddito da Partita IVA è pari alla stima, il lavoratore può percepire l’intera NASPI; inferiore alla stima, il lavoratore può percepire la NASPI in base al reddito effettivo; superiore alla stima, il lavoratore può percepire solo il 20% della NASPI.

Infine, la NASPI può essere persa: in caso di scadenza dei 2 anni di durata; di sottoscrizione di un nuovo contratto di lavoro subordinato; per la presenza di una fonte di reddito da lavoratore autonomo superiore ai limiti e per l’esclusione dalle liste di disoccupazione; raggiungimento dell’età contributiva per il percepimento della pensione.

Dunque, in conclusione, la NASPI e la Partita IVA possono essere compatibili, ma, a differenza dei lavoratori subordinati, in caso di lavoro autonomo è importante rispettare i limiti previsti dalla normativa.

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