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Riapertura ritardata della sospensione degli ammortamenti: proroga del regime derogatorio fino al 2024

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Franco Sidoli

Roma, 20 dicembre 2025 – Il regime derogatorio che interessa molte attività economiche e fiscali, e che doveva terminare con la fine di quest’anno, sarà prorogato per tutti gli esercizi in corso al 31 dicembre 2024. La decisione, presa dal Governo nel Consiglio dei Ministri di ieri sera a Palazzo Chigi, arriva dopo settimane di attesa da parte di imprese e associazioni di categoria. Il provvedimento coinvolge migliaia di aziende in tutta Italia e si inserisce tra le misure straordinarie introdotte negli ultimi anni per contrastare gli effetti economici dell’emergenza sanitaria e, più recentemente, il rallentamento dell’economia.

Proroga del regime: i dettagli del provvedimento

La conferma della proroga è arrivata poco dopo le 20, attraverso una nota ufficiale della Presidenza del Consiglio. “L’estensione del regime derogatorio agli esercizi in corso al 31 dicembre 2024 è necessaria per garantire continuità e certezze operative alle imprese”, si legge nel comunicato. Il Consiglio dei Ministri – che si è protratto ben oltre le 19 nella sede di via della Mercede – ha visto il dossier anticipato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, sotto la pressione di Confindustria e altre organizzazioni.

Le misure riguardano diversi settori. Si va dalle agevolazioni fiscali per le aziende che hanno investito nella digitalizzazione fino alle deroghe sulle scadenze tributarie e agli adempimenti burocratici. Fonti del Ministero precisano che la proroga interessa sia le piccole imprese sia i grandi gruppi industriali. “Abbiamo ritenuto opportuno mantenere regole meno rigide per sostenere una ripresa che resta fragile in molti settori”, ha spiegato una fonte vicina al dicastero.

Pressioni delle imprese e aspettative dei lavoratori

Già da fine novembre, molte sigle di categoria – tra cui Confartigianato, CNA e Confcommercio – avevano chiesto una risposta veloce. L’incertezza sull’applicazione delle deroghe aveva creato preoccupazione, soprattutto tra i lavoratori stagionali e le aziende con margini stretti. A Milano, Bologna e Napoli si sono svolti incontri tra imprenditori e sindacati nelle ultime due settimane, come riferiscono fonti di settore.

Secondo Edoardo Rossi, presidente di Confartigianato Lombardia, la notizia “dà un po’ di respiro a tante piccole imprese ancora impegnate a recuperare i livelli produttivi pre-pandemia”. Anche la CNA aveva sollecitato chiarimenti rapidi: “Avevamo bisogno di certezze entro Natale – ha detto la vicepresidente nazionale Rita Volpi – ora possiamo programmare meglio il 2025”.

Impatti sulle casse dello Stato e monitoraggio

Il Ministero dell’Economia stima che la proroga avrà un impatto limitato sui conti pubblici per il 2025, ma sottolinea la necessità di un controllo costante. Fabio Del Monte, capo della Ragioneria Generale, durante un’audizione al Senato la scorsa settimana ha ricordato che “gli effetti di un regime derogatorio vanno valutati sul medio periodo, considerando l’andamento delle entrate fiscali e le misure già in atto”.

Il Governo precisa che il provvedimento è temporaneo. “L’estensione delle deroghe non significa allentare i controlli né rinunciare agli obiettivi di finanza pubblica”, ha spiegato il sottosegretario all’Economia Lucia Marino. Come ha ribadito anche il premier Meloni, la proroga serve a accompagnare la ripresa “senza brusche interruzioni”.

Prossime tappe e verifiche

Nel decreto c’è una scadenza chiara per una prima verifica degli effetti al 30 giugno 2025. Entro quella data – salvo nuove proroghe o modifiche – il Ministero dovrà consegnare una relazione dettagliata alle Commissioni parlamentari competenti.

Il calendario parlamentare prevede nelle prossime settimane audizioni con le principali associazioni imprenditoriali. Nel frattempo l’Agenzia delle Entrate si prepara a pubblicare una circolare per chiarire i punti pratici del provvedimento.

Reazioni dal territorio: prudenza ma anche sollievo

Dalla provincia di Treviso alla periferia sud di Bari piccoli imprenditori hanno accolto la notizia con una certa cautela. “Meglio così che dover stravolgere tutto a fine dicembre”, ha confidato Marco De Santis, titolare di una ditta meccanica a Padova. Restano però alcune criticità aperte: per esempio l’esigenza di procedure più semplici per accedere ai benefici e la richiesta avanzata da Confesercenti di ulteriori interventi se l’economia non dovesse migliorare.

Intanto i sindacati regionali chiedono tavoli tecnici stabili per seguire l’evoluzione della misura. “Non si tratta solo di numeri – ha commentato Giulia Corradi della UIL Veneto – ma del futuro concreto di migliaia di lavoratori”.

Con questa proroga il Governo punta a evitare interruzioni nella gestione quotidiana delle imprese, in attesa che la crescita economica prenda slancio nella seconda metà del 2025. Ora tutti guardano alle prossime settimane: saranno i dettagli pratici a fare la differenza tra una transizione senza scossoni o nuove tensioni nel mondo produttivo.

Franco Sidoli

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