Vendi vestiti su internet? Fai attenzione, oltre questa soglia devi dichiarare tutto

Negli ultimi tempi si è diffusa l’abitudine di vendere vestiti su internet. Si tratta di una fonte di guadagno, perciò bisogna fare attenzione al fisco.

Vendere merce online anche se usata rappresenta tutti gli effetti una fonte di guadagno. Quest’abitudine si è diffusa sia per comodità che è un maggiore senso di responsabilità nei confronti dell’ambiente. Si tratta infatti di riciclare oggetti e indumenti che non utilizziamo più, evitando di affollare inutilmente le discariche del mondo.

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Attenzione al fisco, ecco cosa sapere sulla vendita online di capi usati – Lamiapartitaiva.it

Un semplice gesto come la vendita di un indumento di seconda mano non comporta alcun pericolo dal punto di vista fiscale. Diverso è il discorso se questa abitudine è consolidata del tempo tanto da generare un vero e proprio reddito. Qual è il limite fiscale da rispettare per evitare di finire nei guai?

Vendere vestiti su internet: attenzione alle regole fiscali

Negli ultimi anni si sono sviluppati numerosi metodi che permettono di vendere vestiti su internet. Si tratta di siti o applicazioni dedicate proprio a questa attività e grazie alla quale è possibile dare nuova vita ai capi e ottenere un piccolo compenso.

Lo scopo della vendita di indumenti usati è quello di recuperare qualche soldino, ma soprattutto evitare di produrre ulteriori rifiuti. Per coloro che svolgono questa attività in maniera sporadiche saltuaria non sia alcun rischio. Tuttavia, la legge ha fissato un limite al di sopra del quale è necessario versare le tasse. Se hai l’abitudine di vendere spesso vestiti usati e di ricavare un bel po’ di soldi da questa attività dovresti proprio conoscere tale limite.

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Vendere vestiti su internet, attenzione alla legge – Lamiapartitaiva.it

Secondo quanto stabilito dalle normative europee, anche questa attività è sottoposta all’obbligo di dichiarazione dei redditi. Tuttavia, questo obbligo si configura al superamento di una determinata soglia di vendita. Dopotutto, le piattaforme che si occupano di questo scambio commerciale sono anche tenuti a comunicare alle autorità i dati derivanti dai guadagni dei singoli utenti. Dunque, è più facile finire sotto la lente d’ingrandimento del fisco.

Ad ogni modo è necessario dichiarare i guadagni che hanno a che fare con questo tipo di attività quando si vendono 30 o più articoli l’anno e il ricavo complessivo è superiore o equivalente a €2000. Se l’importo è superiore a tale cifra il contribuente è tenuto a segnalare a HMRC i compensi tramite autodichiarazione e pagare le tasse sull’effettivo guadagno annuale.

La legge italiana ha stabilito che per le vendite una tantum non è richiesta la dichiarazione dei redditi. Mentre le vendite abituali e sistematiche si configurano come attività di impresa a tutti gli effetti, con i relativi obblighi fiscali.

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