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Consulta conferma: legittimi i limiti comunali su attività alberghiere e affitti brevi in Toscana

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Luca Ippolito

Firenze, 21 dicembre 2025 – Il Testo unico del turismo della Regione Toscana ha ricevuto oggi il via libera definitivo dalla Corte Costituzionale. I giudici hanno confermato la legittimità della legge regionale varata a Palazzo del Pegaso nell’aprile 2023. È il risultato di mesi di attesa e scontri, dopo che il Governo aveva fatto ricorso per chiarire chi deve decidere su un settore chiave come quello turistico.

La Consulta conferma la competenza regionale

Con la sentenza odierna, la Consulta ha sancito che la Toscana poteva intervenire su vari aspetti dell’organizzazione turistica. Dalle modalità di gestione delle attività ricettive alle regole per promuovere i territori. I giudici hanno passato al setaccio ogni singolo articolo contestato dal Governo, respingendo uno ad uno i motivi di incostituzionalità. Solo in qualche dettaglio – si legge nella sentenza pubblicata nel corso della mattinata – è stato suggerito di allineare meglio alcune norme a quelle nazionali.

Il presidente della Regione, Eugenio Giani, ha commentato subito dopo: «Una decisione che mette in chiaro le cose per operatori e amministrazioni. Abbiamo scritto regole semplici e condivise». Sulla stessa linea l’assessore al Turismo, Leonardo Marras: «Ora possiamo lavorare senza dubbi, puntando a valorizzare le peculiarità della Toscana».

Il percorso del Testo unico e le principali novità

Il Testo unico del turismo è stato approvato dal Consiglio regionale il 26 aprile 2023, dopo quasi due anni di lavoro e molte audizioni con imprese, sindacati e altri soggetti interessati. Si tratta di oltre 140 articoli raccolti in un’unica legge pensata per snellire e rendere più trasparenti le procedure per chi gestisce alberghi, bed&breakfast, agriturismi e campeggi.

Tra i temi più caldi durante la stesura c’erano i nuovi criteri per classificare le strutture ricettive, le norme sulle locazioni turistiche brevi – molto dibattute soprattutto nei centri storici di Firenze e Siena – e le regole sulle guide turistiche. Nel testo è stata introdotta anche una sorta di identificativo regionale per ogni struttura, con l’obiettivo di contrastare l’abusivismo e semplificare i controlli da parte dei Comuni.

Le ragioni del ricorso del Governo

A giugno 2023 il Governo aveva impugnato una parte della legge toscana. La motivazione? Il rischio di creare regole diverse sul territorio nazionale e di mettere in discussione le proprie competenze su “ordinamento civile” e “tutela della concorrenza”. Roma chiedeva in particolare se fosse possibile per una Regione imporre limiti alle locazioni brevi o introdurre oneri aggiuntivi rispetto alla normativa statale.

La risposta della Corte Costituzionale, contenuta nelle motivazioni rese note oggi, riconosce «la particolarità del turismo come materia concorrente», dove le Regioni possono intervenire su tutto ciò che non è riservato solo allo Stato. Nel caso toscano, spiegano i giudici, «le norme non interferiscono con i contratti civili né limitano la concorrenza, ma si limitano a organizzare i servizi turistici a beneficio delle comunità locali».

Le reazioni del settore e gli scenari futuri

Subito dopo la sentenza sono arrivate le prime reazioni dagli operatori turistici: Federalberghi Toscana ha definito il verdetto «un passo avanti verso la certezza del diritto», mentre Confcommercio ha chiesto «tempi rapidi per mettere in pratica le nuove norme». Nei bar vicino a piazza Duomo, alcuni gestori hanno commentato durante la pausa pranzo: «Adesso serve che i controlli siano veri, soprattutto sulle case affittate online», ha detto Marco Tonelli, che gestisce un B&B nel centro storico.

Nei prossimi mesi la Regione dovrà approvare i regolamenti attuativi previsti dal Testo unico: dalla banca dati delle strutture alle nuove modalità obbligatorie con cui comunicare dati per i locatori. Un passaggio fondamentale secondo molti amministratori locali – come sottolinea Sara Biagiotti, sindaca di Sesto Fiorentino – «per dare ai Comuni strumenti concreti contro l’irregolarità».

Un precedente destinato a fare scuola

Questa decisione della Consulta non riguarda solo la Toscana. Altre Regioni come Veneto, Lazio ed Emilia-Romagna stanno lavorando a leggi simili o testi unici sul turismo. Il caso toscano potrebbe quindi diventare un modello anche per il futuro della normativa turistica italiana.

Un elemento su cui si soffermano gli esperti di diritto amministrativo: «La sentenza ribadisce il principio dell’autonomia locale», osserva Luigi Scarpellini, docente all’Università di Pisa. Ma alla fine resta una certezza concreta per chi vive e lavora nel turismo tra Firenze e Maremma: da oggi ci sono regole più chiare e meno dubbi sul domani.

Luca Ippolito

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