DSU e ISEE: adesso devi pagare e attenzione agli errori che fanno perdere bonus e Assegno Unico

Sono state introdotte alcune importati novità per la compilazione del DSU per l’ISEE: da ottobre bisogna pagare un servizio.

La novità arriva dal Decreto Lavoro convertito in legge n° 85/2023. Si tratta di una nuova decisione  che determina l’aumento del costo dell’assistenza fiscale per la compilazione della DSU/ISEE (cioè l’indicatore della situazione economica equivalente necessario per la dichiarazione del redditi e accedere a bonus e agevolazioni come l’Assegno Unico).

Ora bisogna pagare l'assistenza per compliare l'ISEE
DSU per ISEE: adesso solo a pagamento – lamiapartitaiva.it

Da ottobre 2023, in pratica, tutti i CAF richiederanno il pagamento del servizio per la compilazione di DSU successive alla prima. In virtù di tale modifica normativa, l’assistenza svolta dai centri di assistenza fiscale nella presentazione di DSU/ISEE successive alla prima e prive di variazione del nucleo familiare avrà un costo.

Tale spesa però deve avere un tetto massimo per il cittadino pari a 25 euro. Ogni CAF potrà scegliere quanto e come abbassare la tariffa. Ciò significa che d’ora in poi bisogna pagare intorno ai 25 euro per tutte le DSU/ISEE successive alla prima, presentato nello stesso anno e per lo stesso nucleo familiare.

Di conseguenza, ci sono casi in cui il servizio è ancora gratuito. La Consulta Nazionale dei CAF ha infatti spiegato che l’assistenza alla compilazione è gratis per la prima DSU/ISEE e per quelle successive alla prima, solo nel caso di variazioni dei componenti il nucleo familiare.

Entra in vigore il DSU/ISEE da pagare (fino a 25 euro)

Per chi non volesse sostenere questa spesa, c’è comunque un’alternativa: si può fare a meno dell’assistenza fiscale del CAF, compilando in autonomia la procedura per l’acquisizione dell’ISEE. Come? Tramite il portale dedicato dell’INPS e il modello precompilato.

Assistenza fiscale ora a pagamento
25 euro per la modifica DSU per l’ISEE – lamiapartitaiva.it

La Consulta Nazionale dei CAF ha cercato di spiegare in una nota apparsa sul sito ufficiale i motivi di questa sgradita novità. Si comprende che i CAF hanno ottenuto finanziamenti più bassi del previsto dal Governo, e per questa ragione sono ora costretti a far pagare dei servizi.

L’esecutivo ha infatti riconosciuto come finanziamento ai CAF la somma di 30 milioni di euro per il 2023. Troppo poco per portare avanti tutti gli sportelli presenti sul territorio. E questo a fronte di un incremento esponenziale dei volumi di dichiarazioni sostitutive uniche (DSU) ai fini del calcolo dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE).

Tantissime famiglie italiani si appoggiano al CAF per ottenere la documentazione e accedere alle misure a sostegno dei figli attraverso l’Assegno Unico Universale. “In ottica di razionalizzazione dei finanziamenti all’assistenza nella presentazione della DSU a fini ISEE, a decorrere dal 1° ottobre 2023, le risorse complessive non possono essere utilizzate per remunerare gli oneri connessi al rimborso delle DSU successive alla prima presentate per lo stesso nucleo familiare nel medesimo anno di riferimento“, si legge sul sito.

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